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La lettera

L'appello degli albergatori del Garda ai sindaci: «Più controlli sugli affitti brevi: troppa irregolarità ed evasione»

Solo sul portale Airabnb sono presenti sulla Riviera degli Olivi più di 3500 annunci. La richiesta di applicare anche sul Garda la norma «salva Veenzia»
Turisti a Peschiera
Turisti a Peschiera
Turisti a Peschiera
Turisti a Peschiera

L’appello arriva a ridosso della stagione primaverile che segnerà un ritorno – si spera significativo – dei turisti anche stranieri sul lago. Il presidente di Federalberghi Garda Veneto, Ivan De Beni, ha inviato ai primi cittadini della Riviera degli Olivi e del suo immediato entroterra una lettera in cui chiede, in rappresentanza della categoria, che “non venga sottostimato il fenomeno degli affitti turistici brevi non imprenditoriali e di darvi soluzione in maniera più determinata”.

Chiede, in questa lettera, che sia attivata una rete di controlli che incrociati che coinvolgano le amministrazioni locali, i comandi di Polizia e la guardia di finanza. E che sia applicando la cosiddetta norma “salva Venezia” anche sul territorio del Garda Veneto.

 

I numeri

Solo sul portale Airabnb, spiega l'associazione, sono presenti sulla Riviera degli Olivi più di 3500 annunci, l’88,1 per cento dei quali è un intero appartamento e il 74,3 per cento afferisce a host che gestiscono più alloggi. Secondo le stime del portale Inside Airbnb, il Veneto è all’ottavo posto in classifica per alloggi disponibili solo su Airbnb, con quasi 25mila annunci. Di questi, come detto, quasi 4mila sono dislocati lungo la sponda veneta del lago di Garda.

 

Le criticità

Il boom di locazioni turistiche sul territorio, spiega Federalberghi, sta generando molte criticità: “Evasione e imposta di soggiorno sicurezza perché i clienti di queste realtà capita che non vengano comunicati alla Questura, spopolamento”.

«Non siamo contrari ad altre forme di ricettività”, premette De Beni nel testo, “tanto più che Federalberghi Garda Veneto ha tra i suoi soci molti esercizi extra alberghieri, ma questo tipo di offerta turistica va regolamentata. Chi si avvicina a questa forma di prodotto turistico deve mettersi in regola: dalle comunicazioni alle amministrazioni comunali al pagamento della tassa di soggiorno e dei vari oneri fiscali. Per questo auspichiamo che vi siano maggiori controlli, arginando così tutte quelle opacità che hanno reso possibile nel tempo una proliferazione indiscriminata di queste realtà, dando luogo a concorrenza sleale, evasione fiscale, spopolamento dei centri storici, mancanza del rispetto delle regole di sicurezza. Per questo chiediamo che anche sul nostro territorio vengano svolte azioni simili a quelle fatte per le gradi città d’arte del nostro Paese».

Inoltre l’associazione chiede di estendere la norma “salva Venezia” anche al nostro territorio, ovvero l’emendamento che dà ai Comuni la facoltà di predisporre un regolamento con cui stabilire un limite massimo al numero di immobili che possono essere affittati in forma non imprenditoriale e fissare una durata massima delle locazioni brevi.

Valeria Zanetti

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