L’ estate era stata decisamente bollente, per una serie di colpi di scena che l’avevano visto protagonista o quantomeno coinvolto sulla base di denunce.
Anche l’autunno, però, per il sacerdote veronese finito negli scorsi mesi alla ribalta delle cronache, che trascorre parte del tempo in una sua abitazione nella zona di Desenzano, si annuncia segnato da alcune novità
L'irreperibilità del sacerdote
Le ultime notizie, in ordine cronologico, riferivano di una sua parziale irreperibilità. Parzialità derivante dal fatto che la Curia veronese sarebbe stata a conoscenza del luogo in cui si trovava. Ora la situazione sembra essere cambiata al punto che anche la Curia veronese non sarebbe in grado di dire dove si trovi.
Leggi ancheTrans in fuga, droga e denuncia per violenza sessuale: prete della diocesi di Verona sempre più nei guai
La Procura ha chiuso le indagini
Un aspetto della vicenda ancora più importante se si considera che la procura di Brescia ha chiuso le indagini nei suoi confronti.
L’inchiesta è stata chiusa con le accuse di minacce, violenza sessuale e droga. Accuse evidentemente molto pesanti a cui inquirenti e investigatori sono pervenuti dopo quanto accaduto nei mesi scorsi.
L’accusa mossa più recentemente nei suoi confronti è quella di violenza sessuale. Risale all’agosto scorso quando una persona sarebbe fuggita dalla sua abitazione desenzanese gettandosi da una finestra. L’allarme sarebbe stato dato da alcuni passanti, il cui allarme ha portato all’intervento dei poliziotti del commissariato di Desenzano. Nell’abitazione sarebbero stati trovati alcuni grammi di cocaina.
Leggi ancheIl racconto del giovane: «Nella casa del prete veronese crocifissi e sex toys»
In campo anche i carabinieri
Ma le attenzioni della polizia di Stato del commissariato di Desenzano non sono le uniche nei confronti del religioso. Ci sono anche quelle dei carabinieri della compagnia della città benacense.
Attenzioni che derivano da una vicenda in cui il religioso avrebbe conosciuto un cittadino venezuelano. Conoscenza che sarebbe avvenuta attraverso un’applicazione. Il venezuelano, nei mesi scorsi si sarebbe rivolto ai carabinieri consegnando dei messaggi audio e parlando di presunte minacce che avrebbe ricevuto proprio dal religioso. Questo, dopo un passato di pagamenti, da parte del religioso, per prestazioni sessuali del venezuelano.
Pagamenti avvenuti, secondo quanto denunciato e in fase di accertamento da parte dei carabinieri, però, solo fino a un certo punto. Poi quelle cifre promesse non sarebbero state più versate e si sarebbero aggiunte le minacce attraverso messaggi vocali a cui il venezuelano ha detto ai carabinieri di non aver più risposto. Ora quindi l’inchiesta si è chiusa e la procura di Brescia ipotizza tre reati a carico del sacerdote. Ha venti giorni di tempo per depositare memorie o farsi interrogare. Ma al momento risulta irreperibile.