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l'anello del lago

Ambientalisti contro la ciclovia del Garda: «Mattarella fermi il progetto»

Una trentina di associazioni, comitati e cittadini veneti, lombardi e trentini per frenare l’opera. Scrivono al capo dello Stato: «Va sospeso per fare analisi più approfondite e definire una proposta più sostenibile»
La passerella a sbalzo sul lago di Garda realizzata a Limone
La passerella a sbalzo sul lago di Garda realizzata a Limone
La passerella a sbalzo sul lago di Garda realizzata a Limone
La passerella a sbalzo sul lago di Garda realizzata a Limone

«Il progetto della ciclovia del Garda va sospeso». A chiederlo a gran voce, perfino al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è il Coordinamento interregionale per la tutela del Garda, che riunisce una trentina di associazioni e comitati ambientalisti e privati cittadini di Veneto, Lombardia e Trentino. Il mondo ambientalista marcia unito contro l'opera con cui si punta a realizzare un anello ciclabile di oltre 160 chilometri attorno al lago di Garda.

Il coordinamento ha scritto una lettera aperta, inviata direttamente al Capo dello Stato oltre che ad altre autorità: dal ministero dei trasporti, ai governatori delle tre Regioni interessate e ai relativi presidenti di Provincia, ai prefetti di Verona, Brescia e Trento, ai sindaci dei Comuni gardesani coinvolti e altri enti ancora. Gli ambientalisti chiedono la sospensione dell'opera, spiegano, «per eseguire analisi più approfondite, valutare le criticità riscontrate da enti locali, comitati, associazioni e cittadini per definire un progetto maggiormente compatibile, sostenibile e partecipato».

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La lettera alle istituzioni

Nel documento inviato alle istituzioni si entra nel merito chiedendo per esempio di sostituire «i «tratti ancorati alle rocce, su passerella a sbalzo, di elevatissimo impatto paesaggistico e ambientale, lungo le sponde caratterizzate da pareti rocciose a picco sul lago delle zone dell'alto Garda bresciano, trentino e veneto (da Toscolano Maderno a Riva del Garda, a Malcesine) per circa 54 chilometri con una via d'acqua», con il potenziamento della navigazione sul lago, incentivando una mobilita sostenibile con battelli elettrici ecologici.

Spiegando come il Garda sia un ambito riconosciuto per il suo eccezionale valore paesaggistico e naturalistico, «da salvaguardare e conservare rispettandone le peculiarità e fragilità», nella lettera si sottolinea come «l'alto Garda lombardo, trentino e veneto sia compreso in aree ad elevato rischio geologico». Al riguardo si citano per esempio le frane a Campione nel 2014 e tra Tempesta, tra Torbole e Malcesine nel 2021.

Impatto paesaggistico e rischio geologico

«Non si ritiene che possa essere sufficiente un approfondito studio geologico per evitare che eventi di grave pericolosità possano avvenire mettendo a rischio l'incolumità degli utenti», avvertono i gruppi ambientalisti. «La zona è geologicamente instabile: solo tre anni fa nella Valle delle Cartiere, appena messa in sicurezza da importanti opere di geotecnica, un sasso sfuggito alle reti ha causato la morte di un esponente della polizia locale».

Si ricorda inoltre come il tratto trentino di circa 19 chilometri che interessa sia la Gardesana orientale che occidentale, si inserisce in zona a massimo rischio geologico. Oltre a ricordare come il Benaco si inserisca in un'area sismica a rischio 2 (medio alto), si sottolinea che «il progetto manca di un'attenta e credibile valutazione del traffico».

Sostenibilità economico-finanziaria dell'opera

Si analizza inoltre l'aspetto economico finanziario dell'intervento: «Il costo complessivo presunto di 344,5 milioni di euro per i 160 chilometri della ciclovia del Garda non sembra giustificato per un'opera che non darà soluzione al traffico ma, funzionando come richiamo turistico, apporterà un ulteriore incremento in zone già congestionate», con costi medi ben al di sopra (fino a 12 volte superiore), sostengono, rispetto a quelli medi di una ciclabile.

Si punta il dito quindi sui costi di manutenzione che «vista la fragilità geologica, lieviteranno nel tempo per garantire la sicurezza». Per il coordinamento la ciclovia «porterà un ulteriore e consistente consumo di suolo».

L'opera inoltre provocherebbe «un inaccettabile e non sostenibile impatto paesaggistico e ambientale attraverso interventi irreversibili di alterazione dei luoghi», citando per esempio il «vasto taglio sconsiderato della vegetazione; la realizzazione di passerelle a lago che stravolgono luoghi e ambienti con le preesistenze storiche». Inoltre si sottolinea come l'infrastruttura progettata «assolutamente non si adatta ai luoghi per cui e prevista e il progetto manca di un’attenta e credibile valutazione dell'impatto turistico».

In conclusione, oltre a bocciare l'attuale progetto i movimenti ambientalisti chiedono «di predisporre un programma di ascolto e di progettazione partecipata per definire un intervento che sia davvero sostenibile e compatibile». 

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Emanuele Zanini

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