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Centinaia di gabbiani feriti E c’è chi li cura in casa

Feriti  Centinaia i gabbiani colpiti dalla grandine
Feriti Centinaia i gabbiani colpiti dalla grandine
Feriti  Centinaia i gabbiani colpiti dalla grandine
Feriti Centinaia i gabbiani colpiti dalla grandine

KATIA FERRARO Hanno le ali rotte e possono solo zampettare: ieri pomeriggio in località Ronchi di Castelnuovo del Garda erano ancora una decina i gabbiani feriti che si muovevano sulle spiaggette del litorale. Rimosse le carcasse, tra martedì e mercoledì i Comuni di Lazise e Castelnuovo hanno allertato la Polizia provinciale che ha recuperato decine di gabbiani feriti in modo più o meno grave. Quelli rimasti sono probabilmente fuggiti al tentativo di cattura, ma non potendo volare hanno difficoltà a nutrirsi e il loro destino è segnato. Anche la fauna è infatti tra le vittime della tempesta di grandine che tra lunedì e martedì ha mitragliato il Veronese e una fetta estesa del nord Italia. I gabbiani che stazionavano nel basso lago sembrano aver avuto la peggio, mentre altri animali acquatici (germani reali, folaghe, cigni) sono probabilmente riusciti a rifugiarsi nei canneti. Il Cras La maggior parte dei gabbiani superstiti sono stati portati al Centro recupero animali selvatici (Cras) di Lazise, gestito dall’associazione Progetto Natura Verona Lago Odv, che però ha avuto difficoltà ad accoglierli perché già al completo. Sono circa 130 quelli arrivati al Cras, una trentina recuperati martedì a Pacengo di Lazise e un centinaio mercoledì lungo il litorale castelnovese. «Sono arrivati in condizioni disastrose, ne sono sopravvissuti undici», spiega Carlotta Mantovani, presidente di Progetto Natura Verona Lago. Il centro era già saturo prima dell’emergenza meteorologica: «Avevamo già deciso di bloccare gli accessi per questa settimana e riprenderli martedì prossimo», prosegue la responsabile, «poi è successo il disastro, sul lago ma anche nell’entroterra, e ci siamo trovati costretti a dire dei no: non per cattiveria ma per mancanza di posto fisico dove metterli e per garantire loro un ricovero dignitoso, contando che anche le nostre strutture hanno subito danni per il maltempo. La maggior parte delle persone ha compreso la situazione, per questo vogliamo considerare episodi isolati gli insulti che qualcuno ci ha rivolto sui nostri canali social». Faccio presente», aggiunge, «che dal primo gennaio a oggi abbiamo raccolto oltre mille animali: non ci siamo mai fermati, ma quando non ci sono le condizioni bisogna considerare anche il loro benessere». Un aiuto è arrivato da qualche cittadino che si è reso disponibile a curare i pennuti feriti a casa propria. «A chi ce li portava abbiamo proposto questa soluzione, organizzando visite a domicilio della veterinaria per predisporre le cure. Questo fino a martedì, quando riapriremo gli accessi», prosegue Mantovani, che oltre all’«ecatombe» di gabbiani segnala molti altri uccelli feriti dalla grandine e seguiti dal Centro: tortore, merli, gabbiani, piccioni, colombacci, un cigno e un martin pescatore, senza contare i tanti nidi caduti dagli alberi. Gli altri animali «Mancano all’appello i mammiferi, che se sofferenti si nascondono», dice l’esperto. L’invito, per chi dovesse trovare ancora animali selvatici feriti, è di contattare il centro per avere indicazioni sul da farsi: «Non siamo andati in ferie, dobbiamo gestire la mole di lavoro con i nostri volontari: chiediamo comprensione e di venirci incontro, magari accettando la proposta di accudire gli animali fino a martedì», conclude Mantovani.

KATIA FERRARO

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