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ambiente

Lo studio: le acque del Garda sono tornate alla qualità dell'Ottocento

Con l'aumento delle temperature medie le acque tornano ad attestarsi sui livelli di oltre un secolo fa. La svolta emersa dalla relazione di Nico Salmaso sugli effetti dei mutamenti: è stata presentata al Forum organizzato dai Rotary
Le acque del lago di Garda sono migliorate tornando ad essere pulite così come lo erano solo nell’Ottocento
Le acque del lago di Garda sono migliorate tornando ad essere pulite così come lo erano solo nell’Ottocento
Le acque del lago di Garda sono migliorate tornando ad essere pulite così come lo erano solo nell’Ottocento
Le acque del lago di Garda sono migliorate tornando ad essere pulite così come lo erano solo nell’Ottocento

In tempi di criticità ambientali assortite la qualità delle acque del lago di Garda sta tornando a valori simili a quelli di oltre un secolo fa. Non tutto il male viene infatti per nuocere considerato che la «causa» è rappresentata dall'aumento della temperatura nei primi 50 metri di profondità, quasi un grado negli ultimi tre decenni, che sta ritardando il rimescolamento completo delle acque. L'effetto benefico? Il deposito verso il fondo del fosforo che se risalisse con più frequenza verso la superficie come avvenuto dagli anni '70 fino alla metà degli anni Duemila, provocherebbe maggiore proliferazione batterica e il calo di ossigeno, fattori che incidono sulla flora e la fauna del lago. È quanto emerso nei giorni scorsi dalla relazione di Nico Salmaso, responsabile dell'Unità idrobiologia della Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige, sugli effetti dei cambiamenti antropici e climatici sulla qualità del Garda nel corso della 28esima edizione del Forum del Garda sul tema della pesca, ospitato alla Dogana Veneta di Lazise. Evento annuale organizzato dai tre Rotary Club gardesani (Salò-Desenzano, Riva del Garda, Peschiera del Garda Veronese).

Cosa dice lo studio

«In pratica è una sorta di ritorno alle origini – sottolinea il vicepresidente della Comunità del Garda Filippo Gavazzoni presente al forum - come è stato ricostruito analizzando e datando un campione di sedimento un po' come fanno con i carotaggi nei ghiacciai: Salmaso ipotizza che a diminuire il fosforo sia stato un minor sversamento di reflui in acqua e questo dipenderebbe dal collettore, posato negli anni '80. Le acque del Garda, invece che degradarsi verso l’eutrofia, come sembravano ormai destinate 40 anni fa, si sono arrestate in una situazione di oligo-mesotrofia, nel mezzo diciamo. In parole povere, ci si è fermati prima dello schianto, ritornando verso l’oligotrofia, ovvero verso lo stato originario delle acque del lago di Garda, con basse concentrazioni di fosforo e nutrienti».

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Di più. «Oltre cento anni fa – ricordava Salmaso - la concentrazione di fosforo era di 5-10 microgrammi per litro - misura a cui stiamo tendendo». Qualora avvenisse un rimescolamento completo delle colonne d’acqua (servirebbero inverni molto rigidi e ventosi cosa che però non avviene più dal 2005/2006) il fosforo potrebbe riattivarsi. «Innescherebbe il ritorno in alto delle sostanze, dando il via a produzioni algali e altri fenomeni biologici che andrebbero ad incidere, per esempio, sulla trasparenza dell’acqua - afferma Gavazzoni -. Il Garda a livello biologico è rimasto lo stesso per millenni, andando però in contro a grandi mutazioni a cavallo degli anni '50 del secolo scorso, attraverso il turismo, l'aumento della popolazione, la modifica del territorio. Da quel tempo hanno cominciato a sedimentarsi sui fondali varie sostanze, derivate soprattutto da reflui biologici, rendendo gradualmente l'acqua meno trasparente e fenomeni come le fioriture algali. Poi con l'avvento del depuratore la situazione è migliorata e si sta tornando indietro nel tempo. Nel 1894 la media della trasparenza dell'acqua era di 15 metri, con picchi di 20 al largo di Peschiera, mentre all'inizio del terzo millennio ci si attestava sui 7 metri. Dobbiamo continuare a lavorare e migliorare l'habitat lacustre e la qualità dell’acqua, unico antidoto ad una possibile recrudescenza dei fenomeni eutrofici». •.

Luciano Scarpetta

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