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A Bardolino

Non c'è più posto al cimitero, costretti a portarsi a casa le ceneri dei propri cari

CIMITERO BARDOLINO (FOTO PECORA)

Oltre alla difficoltà di trovare casa a prezzi accessibili (fatto che costringe molti giovani a emigrare altrove), in alcuni paesi del lago di Garda sta diventando complicato anche trovare un luogo per il «dopo vita». 
Un problema che da mesi affligge il cimitero di Bardolino, dove sono esauriti sia i loculi per i feretri sia le cellette in cui conservare le urne cinerarie, mentre c'è spazio per le sepolture a terra non soggette a concessione. Si sa però che non tutti danno disposizioni dettagliate per il «post vita terrena», così i parenti cercano di assecondare le volontà del defunto o di scegliere la soluzione più adeguata per onorare la sua memoria. 
E adesso? Nell'impossibilità di avere un loculo per il proprio familiare all'interno del cimitero di Bardolino, paese da cui è arrivata la segnalazione a L'Arena, alcuni cittadini sono stati «dirottati» nei cimiteri delle frazioni Cisano e Calmasino. Tra chi ha scelto la strada della cremazione si è aperta invece l'ulteriore possibilità di portare l'urna cineraria a casa, previa apposita autorizzazione ottenuta dal Comune. 
Scelta, quest'ultima, che non tutti si sentono di perseguire, per ragioni e sensibilità diverse: qualcuno si è trovato però costretto a farlo, venendo a conoscenza della mancanza di spazi solo a cremazione avvenuta e non volendo per motivi affettivi e logistici spostare il proprio caro dal paese in cui ha vissuto.
Un «piano B» difficile da accettare soprattutto per le persone più anziane o per chi, per motivi religiosi, preferisce che il proprio familiare si trovi in un luogo consacrato ma anche pubblico, in cui chiunque possa recarsi. 
«Stiamo programmando un piano di estumulazioni per liberare i loculi con concessioni scadute, un progetto di ampio respiro che ci permetterà di avere nuovi posti liberi per un po' di anni», risponde il sindaco di Bardolino Lauro Sabaini, annunciando così un piano per risolvere il problema lamentato da alcune famiglie bardolinesi. «I tecnici comunali stanno facendo le verifiche. Una volta definiti i loculi da liberare verrà data comunicazione sull'albo pretorio», aggiunge il primo cittadino, precisando che l'idea è «trasformare una parte di questi loculi in cassette per le urne cinerarie». 
Procedura che Sabaini conta si possa attuare «il prima possibile» e forse già «entro la fine dell'anno».
È significativo tuttavia che ad essere carenti siano anche le cellette per le urne cinerarie, considerando che tra i vantaggi che hanno fatto crescere la cremazione c'è la minore richiesta di spazi e strutture che questa pratica richiede per conservare i resti dei defunti. 
Problemi pure a Lazise Il problema della carenza o dell’assenza di loculi non è isolato: nel basso lago di Garda riguarda anche il cimitero di Lazise capoluogo, dove però da alcuni mesi sono in corso i lavori per realizzare il primo stralcio del nuovo colombario che collegherà i due già esistenti. Il primo lotto (76 loculi e 96 ossari) consiste nel primo «ramo» seminterrato, cui seguirà la realizzazione del secondo stralcio al piano rialzato per un totale di 338 loculi e 192 ossari a lavori conclusi. 
La necessità dell'ampliamento si è manifestata da tempo a Lazise perché anche i loculi che sembrano liberi sono in realtà già prenotati, possibilità prevista in alcuni Comuni mentre altri (come Brenzone) nel loro regolamento negano la prenotazione preventiva in assenza della salma o dei resti mortali del defunto: un'accortezza, questa, adottata proprio per evitare che gli spazi si esauriscano in breve tempo con conseguenti problemi logistici e organizzativi.
Oltre all'opera pubblica in corso, sia nel cimitero del capoluogo che in quello di Colà è prevista a breve un'integrazione di strutture prefabbricate per le urne cinerarie, dal momento che anche queste sono tutte esaurite. Tali cellette saranno 70 nel cimitero della frazione (nella galleria est) e 72 in quello di Lazise, nella nuova area pavimentata lungo il muro di recinzione sul lato nord. 

Katia Ferraro

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