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TORRI

Autovelox di Pai, per la deputata Ambrosi un "conto" di oltre 2mila euro: «Ho già pagato le multe»

L’onorevole di Fratelli d'Italia tiene a precisare di aver già saldato il conto quasi per intero
L'autovelox di Pai e la deputata di Fratelli d'Italia Alessia Ambrosi
L'autovelox di Pai e la deputata di Fratelli d'Italia Alessia Ambrosi
L'autovelox di Pai e la deputata di Fratelli d'Italia Alessia Ambrosi
L'autovelox di Pai e la deputata di Fratelli d'Italia Alessia Ambrosi

Il prefetto di Verona ha notificato il rigetto del ricorso dell'onorevole Alessia Ambrosi contro le sette multe comminate dalla polizia locale di Torri per eccesso di velocità rilevata con l'autovelox di Pai. Un conto da 2mila e 228,68 euro che, però, la deputata di Fratelli d'Italia ha già saldato quasi per intero.

L'onorevole, veronese di origine e trentina di adozione, tiene a precisarlo, visto che nei mesi scorsi era stata accusata di aver fatto un’interrogazione contro l'autovelox perché colpita lei stessa.

In realtà la Ambrosi, dopo avere avuto un colloquio col sindaco di Torri Stefano Nicotra si era scagliata contro l'ormai famigerato rivelatore di Pai sostenendo, come hanno fatto anche due associazioni che tutelano i consumatori - Altvelox di Belluno e Adiconsum di Verona - che l’apparecchio fosse irregolare e che la Gardesana, in quel punto, non fosse idonea a ospitare un rilevatore che funziona senza la presenza della pattuglia dei vigili.

«Le multe da me ricevute per l'autovelox di Pai», ha spiegato Ambrosi, «sono state già pagate da mesi, tranne una residua minima differenza giuridicamente necessaria per tenere in piedi il ricorso, che contiamo possa venire accolto dal giudice di pace. La recente decisione del prefetto di Verona, che ovviamente rispettiamo, di respingerlo in prima istanza è una non notizia e quasi una mera formalità, visto che lo stesso prefetto aveva autorizzato l'installazione dello strumento contestato. Se avesse deciso diversamente sarebbe stato un po' come smentire sé stesso. Non è inoltre assolutamente vero che alla sottoscritta siano stati tolti 12 punti della patente, come asserito dal sindaco di Torri, già peraltro denunciato al Garante della privacy per diffusione di dati personali, per giunta in gran parte non veritieri».

Insomma, lo scontro attorno all’autovelox non accenna a placarsi. «La partita vera», ha aggiunto la deputata, «si giocherà ora davanti al giudice di pace cui mi rivolgerò appena ricevuti e analizzati gli atti, confidando nella bontà delle buone ragioni mie e di tanti automobilisti. Conto di portare avanti la mia lotta nell'interesse di migliaia di automobilisti vessati. Ho intrapreso questa battaglia non certo per motivi personali ma per la gente, sollevando alcune questioni sulla legittimità dell’uso di un autovelox non omologato dall'ex-Mise, oggi Ministero per le Imprese e made in Italy, ma solo autorizzato dal Ministero delle infrastrutture. Ho chiesto approfondimenti ai ministeri competenti e confido che a queste richieste venga data risposta tecnicamente esaustiva da parte di chi ne ha effettiva competenza».

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