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IL NODO DEI LIVELLI

Acqua verso il Mincio, il Garda riduce l’uscita

Da sabato si passa da 70 a 60 metri cubi al secondo e martedì a 55. L'obiettivo è garantire la navigabilità e tutelare le coltivazioni agricole
Lago in ritirata  Cittoli affioranti in spiaggia a San Benedetto di Lugana
Lago in ritirata Cittoli affioranti in spiaggia a San Benedetto di Lugana
l lago delle Fornaci di San Benedetto di Lugana (Pecora)

Da sabato la portata d’acqua in uscita dal Garda, attraverso la diga di Salionze - Monzambano, sarà ridotta di 10 metri cubi (pari a 10mila litri) al secondo, mentre da martedì prossimo scatterà un’ulteriore chiusura dei rubinetti.

La derivazione È quanto stabilito lunedì sera da Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po) a cui compete la regolazione dei livelli del Garda, in accordo con la Comunità del Garda e il Consorzio del Mincio che rappresenta gli interessi degli agricoltori mantovani. Da sabato a lunedì, la derivazione dal Garda verso il Mincio e i canali irrigui passerà quindi da 70 a 60 metri cubi al secondo, scendendo a 55 da martedì. La decisione è stata presa osservando l’andamento dei livelli del lago, ieri a 44 centimetri sullo zero idrometrico di Peschiera, 24 in meno da inizio luglio. Considerando che per il più grande lago italiano un centimetro corrisponde a circa 3,7 milioni di metri cubi d’acqua, vuol dire che in 20 giorni dal Garda sono usciti quasi 89 milioni di metri cubi d’acqua, equivalenti a 89 miliardi di litri.

Siccità straordinaria Numeri che danno contezza della situazione di siccità straordinaria in corso e per rendersene conto basta guardare il confronto con gli stessi giorni dello scorso anno: il 19 luglio il lago era a quota 120 centimetri sullo zero idrometrico (uno in meno rispetto a inizio mese) e questo nonostante dalla diga si scaricassero 80-85 metri cubi al secondo. Va detto che il Garda non presenta le criticità degli altri grandi laghi del nord Italia (Maggiore, di Como, d’Iseo e d’Idro), rispetto ai quali gode di una percentuale di riempimento molto maggiore, ma ora il tentativo è razionalizzare la risorsa esistente per evitare gravi ripercussioni sia sul piano agricolo che turistico. «Cominceremo a ridurre da sabato, mantenendo una decina di metri cubi al secondo come quota di solidarietà per il Po», spiegano da Aipo. «Il problema del Garda è sotto gli occhi di tutti», osserva il segretario generale della Comunità del Garda, Pierlucio Ceresa, «dal momento che nelle prossime due settimane non sono previste piogge, l’unica alternativa è rivedere il piano di uscita dell’acqua dal Garda». Piano al momento concordato fino a martedì, dopodiché ulteriori decisioni verranno prese monitorando l’andamento dei livelli. «L’obiettivo», prosegue Ceresa, «è arrivare a metà agosto tra i 20 e i 30 centimetri sullo zero idrometrico», quota che garantirebbe la navigazione, anche quella di linea di Navigarda, che dovrebbe però coprire i collegamenti veloci con i catamarani anziché con gli aliscafi. Per questo Ceresa sottolinea che «l’uso turistico delle acque è garantito, non ci sono problemi per navigazione e balneazione». Una risposta ad alcuni giornali tedeschi che nei giorni scorsi hanno creato allarmismo interpretando male alcuni dati e dichiarazioni, sconsigliando di tuffarsi nel Garda perché c’è troppa poca acqua. Se è vero che tuffarsi da alcuni pontili può essere pericoloso e che navigando bisogna fare maggiore attenzione alle zone di secca, è altrettanto vero che il lago non si sta prosciugando: «Con una profondità media di 133 metri, 80 centimetri in meno rispetto al trend ideale degli ultimi anni sono un’inezia. Inoltre ricordiamoci che abbiamo già passato crisi analoghe nel 2003, 2005 e 2007», conclude Ceresa. Per forza di cose, i segni più evidenti del calo repentino dei livelli si notano lungo le coste. A soffrire di più sono i porticcioli di località Fornaci, Bergamini e Cappuccini a Peschiera del Garda: «Sono critici per la loro conformazione, che porta ad accumulare sabbia e limi nonostante l’ultimo dragaggio risalga a due anni fa», rimarca l’assessore Filippo Gavazzoni, che anche in qualità di vicepresidente della Comunità del Garda partecipa ai tavoli in cui si discute di livelli e salute del lago. «La riduzione della portata dalla diga scatterà da sabato per permettere agli agricoltori di organizzarsi», aggiunge, «il Consorzio del Mincio concorda che preservando l’acqua nel lago si assicura a buona parte dell’agricoltura mantovana la possibilità di andare avanti». Il concetto è chiaro: seppur in quantità ridotte, l’approvvigionamento irriguo non è al momento in discussione, come invece sta accadendo per altri territori mantovani che dipendono dal lago d’Idro e dal fiume Oglio.

Katia Ferraro

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