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Sanità

Influenze e bronchioliti, nei reparti di pediatria non c'è più posto

San Bonifacio e Villafranca da «tutto esaurito» mentre a Legnago il tasso di occupazione è all'85%
Un bambino a letto con l'influenza
Un bambino a letto con l'influenza
Un bambino a letto con l'influenza
Un bambino a letto con l'influenza

Influenza A e brionchioliti, la rete delle pediatrie in provincia è occupata al 100 per cento, mentre negli ultimi due mesi il 4 per cento dei piccoli pazienti ricoverati ha avuto necessità del trasferimento in terapia intensiva pediatrica. Questa la situazione registrata sia all’ospedale Fracastoro di San Bonifacio che al Magalini di Villafranca, mentre al Mater salutis di Legnago il tasso di occupazione è al momento dell’85 per cento.

«Nessun allarme», chiarisce Denise Signorelli (direttore sanitario dell’Ulss 9 Scaligera), «stiamo facendo un monitoraggio stretto della situazione. Comprensibile la preoccupazione, ma servizi sanitari flessibili consentono di fronteggiare senza particolari criticità le ondate epidemiche. Non avremo problemi, se non relativamente ad un periodo di lavoro molto intenso, nemmeno relativamente al personale sanitario». Le numerose imminenti giornate festive solo per pochi lavoratori coincideranno con le ferie, dalle quali in caso di necessità si potrebbe essere richiamati; per chi invece resta in corsia si potrebbero tradurre in superlavoro: «Le festività fanno presagire un aumento degli accessi e anche per questo va rinnovato l’invito all’appropriatezza del ricorso all’ospedale: già ora verifichiamo di frequente l’approdo diretto in ospedale senza passaggio dai pediatri di libera scelta. Si dà risposta a tutti», dice la dottoressa Signorelli, «ma anche il pediatria attua il triage e questo spiega attese più lunghe, di un’ora o di un’ora e mezza, che si spiegano - è giusto che lo si comprenda - con la diversa gravità delle situazioni».

 

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Dai lattanti con insufficienza respiratoria alle bronchioliti

Nei tre ospedali dell’Ulss 9 ogni giorno si registrano accessi al pronto soccorso e ricoveri in pediatria: 30 accessi e 12 ricoveri in media al giorno al Fracastoro; 20 accessi e 11 ricoveri in media ogni giorno al Magalini mentre al Mater salutis in media ogni giorno arrivano al pronto soccorso 22 bambini e ne vengono ricoverati 10. «Per quanto riguarda gli accessi al pronto soccorso, oltre il 90 per cento dei bambini è affetto da febbre da virosi stagionali», spiega Mauro Cinquetti, direttore del Dipartimento materno infantile della Scaligera, «mentre relativamente ai ricoverati, che permangono in reparto tra i 5 e i 7 giorni, si tratta per lo più di lattanti con insufficienza respiratoria acuta che necessitano di supporti ventilatori».

Tra i più grandicelli a colpire è l’influenza di tipo A, «e prevalgono le complicanze da influenza. Nei lattanti la forma clinica più frequente è invece la bronchiolite sia da virus respiratorio sinciziale, sia da virus influenzale e parainfluenzale». Minimali, secondo il termine scelto dal dottor Cinquetti, i ricoveri conseguenza del Covid 19.

 

Pediatrie affollate ancora per due mesi

Lui da primario a San Bonifacio, i colleghi Federico Zaglia a Legnago e Alessandro Bodini a Villafranca, dall’inizio della stagione fredda si sono visti costretti a ricorrere alla terapia intensiva pediatrica (prevalentemente di Verona e di Vicenza) per insufficienza respiratoria acuta che ha richiesto supporto ventilatorio e l’intervento con strumentazione adeguata: in tutto, a martedì, sono 16 bambini trasferiti, pari a circa il 4 per cento del totale dei ricoverati. In questo caso la degenza in terapia intensiva si aggira sulla settimana con il ritorno poi all’ospedale di provenienza, spesso con tipologia subintensiva di ricovero.

Numeri importanti che spiegano la saturazione continua in termini di occupazione di posti letto, «con conseguente continuo turn over che si traduce in un impegno costante, che credo si protrarrà ancora per un paio di mesi, per il personale nel garantire sia la risposta assistenziale adeguata che le attenzioni umane per i bambini e i loro genitori».

Paola Dalli Cani

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