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prosciugato il conto a un anziano

Poste pay nuova ma fasulla, gli portano via 154mila euro

Prelevati i risparmi di una vita a un correntista 85enne: la sua tessera è stata intercettata da truffatori che gli hanno poi telefonato inducendolo a rivelare il codice segreto. È lui la prima vittima veronese di questa nuova frode
La tessera Poste pay mostrata dall’avvocato Matteo Fiorio
La tessera Poste pay mostrata dall’avvocato Matteo Fiorio
La tessera Poste pay mostrata dall’avvocato Matteo Fiorio
La tessera Poste pay mostrata dall’avvocato Matteo Fiorio

Intercettano la nuova tessera Poste pay ed inviano al correntista che la sta aspettando una tessera gemella ma fasulla e dopo averlo costretto a rivelare al telefono il codice segreto gli prosciugano il conto di 153.952,45 euro: abita in un paese dell'Est ed è un signore di 85 anni la prima vittima veronese di questa nuova e complessa truffa organizzata tra Napoli e il Lodigiano. 

Lo rifonderà Poste italiane, perché questa è la decisione assunta dai membri del Collegio di Milano dell'Arbitro bancario finanziario, ma quanto accaduto lo ha spinto a chiedere agli avvocati che lo hanno assistito a rendere nota la vicenda al fine di scongiurare che qualcun altro incappi nella stessa truffa.

In cosa consiste la truffa 

Cascarci, infatti, è più facile di quel che si crede perché tutto appare assolutamente verosimile: Antonio, lo chiameremo così, effettivamente a marzo dell'anno scorso stava aspettando la nuova tessera Poste pay perché la sua era in scadenza. La riceve incollata a un foglio di informazioni che ha grafica e colori a prima vista autentici e che oltre tutto riporta pure le indicazioni su come tutelarsi dalle truffe e su come migliorare l'operatività on-line.

La tessera è bianca, nominale, ci sono i codici che ci devono essere e pure il microchip. Passa una settimana e il 17 marzo Antonio decide di attivarla, così si reca a uno sportello, digita il vecchio Pin ma la carta non funziona: allora contatta il direttore della filiale, spiega il problema e segue il consiglio di ripetere l'operazione su altro sportello.

Antonio ritenta due giorni più tardi ma l'epilogo è lo stesso: entra allora in banca, mostra la carta, spiega il problema e viene invitato a ripetere l'operazione su uno sportello più evoluto. Due giorni più tardi Antonio ci riprova, ma la carta viene rifiutata per cui l'anziano si reca allo sportello di una filiale più grande (il quarto nel quarto paese) e dopo l'ennesimo tentativo andato a vuoto entra in filiale, spiega il problema, mostra tessera e foglio allegato ma nessuno rileva anomalie.

Numero verde fasullo

L'anziano torna allora sia al secondo che al primo ufficio postale sperando che qualcuno risolva il problema: l'ultimo lo invita a contattare il numero verde che compare sul foglio allegato alla tessera. Antonio procede, gli risponde una donna che gli chiede il Pin e poi gli comunica che in 24 ore la carta sarebbe stata attivata.

Lui riprova l'indomani ma l'esito è sempre lo stesso: nel frattempo lo richiamano dal numero verde avvisandolo che i numerosi tentativi di accesso non andati a buon fine hanno comportato il blocco della carta e che, tempo quattro giorni, ne riceverà una nuova. Non succede e Antonio torna in filiale dove, confermandogli la correttezza della procedura, lo informano però che di giorni ce ne vogliono 20 e non quattro. Al ventesimo nulla accade e Antonio richiama il numero verde, ormai inattivo.

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Tessera intercettata

Quel che è successo finché lui cercava di sbrogliare la matassa è che tre giorni dopo la sua comunicazione del Pin, a 200 chilometri di distanza, qualcuno in un ufficio postale di Sant'Angelo Lodigiano effettuava con la tessera autentica due operazioni "poste giro" (cioè trasferimento di denaro da un conto delle poste all'altro) spostando complessivamente 149.200 euro.

Non potendo procedere ad un unico trasferimento per tale cifra, la persona che si era presentata allo sportello aveva effettuato due operazioni da 74.600 euro a distanza di 14 minuti l'una dall'altra.

Che fosse successo qualcosa Antonio lo ha scoperto solo il 26 aprile quando tornato alla posta determinato a risolvere il suo problema gli comunicano che il conto è stato bloccato in seguito ad irregolarità nei movimenti. Verifica successivamente che oltre ai due trasferimenti di denaro, con la sua carta sono stati effettuati anche pagamenti e prelievi per 151.385 euro.

Il 16 maggio sporge querela, il 10 giugno un reclamo alle Poste (che lo respingono) e così, a settembre, ricorre all'Arbitro finanziario che qualche giorno fa, addebitando diverse inadempienze a Poste, gli ha dato ragione.

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Paola Dalli Cani

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