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truffa a San Bonifacio

Si presentano con tute di Acque Veronesi, fanno credere ci sia una perdita di gas e svaligiano la casa

Banditi in azione: sono frequenti le truffe nell’ultimo periodo
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 Finti operai di Acque Veronesi, veri ladri. In tre settimane hanno messo a segno a San Bonifacio almeno due furti ai danni di persone anziane seguendo un copione talmente perfetto da spingere la figlia dell’ultima coppia derubata a raccontare il fatto per mettere in guardia tutti.

 

La truffa dei finti tecnici di Acque Veronesi

A cascarci ci vuole un attimo. Racconta Giulia (nome di fantasia, a tutela dei genitori): «Questi due soggetti indossano tute del personale di Acque Veronesi, esibiscono un tesserino e si muovono in maniera così puntuale da risultare credibili. I Comuni serviti sono tantissimi, meglio stare in guardia».

Tutto è successo venerdì scorso attorno alle 11.50: al campanello suona un operaio che indossa una tuta di Acque veronesi (forse una di quelle rubate da una casa di Terrossa di Roncà a metà dicembre ndr) e chiede di controllare il contatore. Una volta entrato nella proprietà e raggiunto dal malcapitato padrone di casa, inizia la sceneggiata.

Racconta Giulia: «Il finto operaio dopo aver aperto il pozzetto esclama che c’è odore di gas. Spiega che ci sono state rotture non distante da lì e che è stato contaminato l’acquedotto. Poco dopo estrae un finto rilevatore di gas e lo fa suonare. Chiama il collega che lo attende in una macchina scura all’imbocco della strada e col muso rivolto verso la via di fuga e da allora non chiuderà mai la telefonata», prosegue la donna. Particolare fondamentale, perché così il complice memorizza ogni informazione e in scia col collega ripulirà l’abitazione.

«A quel punto», riprende la signora, «il finto tecnico chiede di aprire i rubinetti in casa. Mio padre apre il primo e sente, alle sue spalle, un forte boato e puzza di gas. È un odore talmente forte da costringerlo ad uscire per prendere aria. Quindi il finto tecnico certifica la presenza di gas e parla di verifiche necessarie perché l’ambiente, a suo dire, si sta saturando. Mio padre lo guida e così salgono al primo piano dove c’è mia madre che, aperto il rubinetto, sente pure lei lo scoppio e odore di gas. A quel punto il falso operaio chiede a mio padre di staccare tutte le spine e a mia madre se abbia oggetti di valore da mettere in salvo in caso di esplosione».

Il gioco è fatto perché dall’auto il complice ha la mappa di casa e sa che a portata di mano ci sono preziosi e soldi: il finto tecnico intanto si è fatto dire che c’è una cassaforte, aiuta addirittura a spostarla e poi assiste all’apertura. A quel punto dice che esce a parlare col collega. In realtà il complice è già entrato e, approfittando della confusione in cui si trovano i due anziani, arraffa tutto ed esce senza problemi.

Solo dopo un po’ i padroni di casa scendono in strada per vedere che fine abbia fatto il tecnico e capiscono tutto. «Italiani, sulla cinquantina, inflessione veneta, corporatura media: insomma, nulla di minimamente sospetto», riferisce Giulia citando la descrizione fornita dal padre nella denuncia sporta ai carabinieri di San Bonifacio, «stessi protagonisti di un fatto molto simile successo sempre in paese due o tre settimane fa ai danni di una anziana. Sono persone padrone della situazione, hanno un bacino enorme in cui lavorare (77 i Comuni serviti) e ci può cascare davvero chiunque».

I consigli anti-truffa

Prima di consentire a chi si presenta come tecnico di entrare in casa, meglio verificare al numero verde di Acque Veronesi. Il numero da chiamare è gratuito: 800735300. Nel caso in cui la verifica confermi che non si tratta di tecnici, contattare subito il 112, cioè i carabinieri.

Solo un mese fa Acque Veronesi era stata costretta a ribadire la cosa dopo diverse segnalazioni arrivate da Legnago e relative a presunti tecnici che chiedevano di accedere alle abitazioni per effettuare verifiche sulla qualità dell’acqua. I tecnici di Acque Veronesi non possono chiedere o restituire denaro, né visionare fatture o documenti né far firmare documenti. I controlli sulla qualità dell’acqua non vengono fatti nelle case. 

Paola Dalli Cani

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