È nota più alle cronache per le sue assenze che a molti dei suoi nuovi pazienti. Perché tanti cittadini, a Tregnago, non hanno ancora avuto modo di conoscere la dottoressa Maria Colavita né sono riusciti a contattarla. Telefono spento, numero spesso irraggiungibile.
Doveva essere in servizio come medico di medicina generale dal 1° settembre, ma è entrata nell’ambulatorio al civico 15 di via Unità d’Italia solo mercoledì. Dopo rinvii che hanno sollevato perplessità e mosso perfino i carabinieri. Tant’è che in paese non si parla d’altro, pure adesso che la specialista 60enne ha iniziato ad incontrare e visitare alcuni assistiti, solo su appuntamento. Quelli che sono riusciti a conquistarne uno. Altri si affacciano alla porta dell’ambulatorio nella speranza, se lo trovano aperto, di ottenere una prescrizione.
Da noi interpellata, non ha voluto rilasciare dichiarazioni, poiché la richiesta di intervista (nonostante svariate telefonate e messaggi finiti a vuoto) non era inserita nell’agenda di ieri. Fatto sta che la professionista della salute, da curriculum specializzata in Urologia e Ginecologia, si è fatta attendere.
Accanto alla porta di accesso alla sala visite, nessun cartello avverte degli orari o indica un numero da chiamare. C’è l’avviso della cessazione di servizio del precedente dottore. Nessun riferimento alla neo-dottoressa ma, in compenso, la fama l’ha preceduta visto che non è nuova a episodi di assenteismo ed è finita per due volte nel mirino del tg satirico «Striscia la notizia» e inoltre sulle pagine di diversi quotidiani.
La vicenda
«Martedì pomeriggio una trentina di persone ha protestato davanti alla palazzina dove la dottoressa era attesa dal giorno precedente», riferisce Renato Ridolfi, già sindaco di Tregnago ora in minoranza, che come altri compaesani si era recato all’ambulatorio. «Un disagio per chi ha necessità di avere farmaci salvavita», osserva. Da calendario, «la dottoressa doveva entrare in servizio il primo del mese», spiega il sindaco Simone Santellani che la sera stessa del parapiglia si è recato presso l’ambulatorio con il direttore del distretto Est Veronese dell’Ulss, Beatrice Gazzola.
Santellani ricostruisce gli eventi degli ultimi giorni e i rimandi per i quali si è reso necessario l’intervento dell’Arma, trattandosi di interruzione di pubblico servizio. «Prima ha posticipato l’avvio del servizio a causa di un lutto. Poi ha indicato per lunedì la sostituzione di un collega del paese, che non è mai stato avvisato». Lunedì e martedì ambulatorio «deserto» del medico ma non degli utenti, che si sono presentati alla ricerca di risposte. C’è chi aveva concordato una visita. Chi non è mai riuscito ad avere udienza: «Ha fissato appuntamenti, in ambulatorio e a domicilio, mai effettuati. Ha preannunciato ricette in farmacia, non pervenute», riassume il sindaco, elencando i disguidi che hanno innescato la preoccupazione nella popolazione.
Prosegue: «A inizio settimana la dottoressa ha contattato alcuni residenti di via Unità d’Italia, chiedendo di affiggere cartelli sulla porta per rinviare l’orario di apertura dell’ambulatorio per il quale non aveva ancora sottoscritto il contratto di affitto». Fino a mercoledì, quando ha fatto la sua comparsa per firmare il contratto e ha spiegato le proprie ragioni ai carabinieri della stazione tregnaghese. Poi ha cominciato a dedicarsi alle visite. La professionista ha risposto all’avviso pubblico per ricoprire il ruolo di medico di medicina generale. In merito ai fatti avvenuti, l’Ulss 9 comunica: «Stiamo presidiando la situazione dal punto di vista legale, anche per l’eventuale assegnazione di un nuovo incarico». Visti gli esordi, Santellani si augura: «Siamo fiduciosi di trovare presto una soluzione».