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Tregnago

Code e lamentele all’ambulatorio della dottoressa «fantasma». Esposto dell’Ulss 9 sui disservizi

Sale la rabbia tra i pazienti della nuova dottoressa Maria Colavita già finita nel mirino di Striscia la Notizia

Sale la rabbia a Tregnago dove i cittadini sono esasperati dopo l’arrivo della dottoressa Maria Colavita. Lo erano prima, per l’ambulatorio deserto e la difficoltà nel reperire il medico di medicina generale assegnato all’ambulatorio di via Unità d’Italia.

Lo sono ora per i disguidi che si susseguono, tanto che lunedì si sono replicate le proteste di una settimana fa, con intervento dei Carabinieri chiamati dagli utenti.

I motivi? Ricette che non arrivano in farmacia o non sono compilate in modo corretto; analisi sbagliate, come le prescrizioni per visite specialistiche; pazienti allettati non visitati a domicilio ma invitati a presentarsi di persona.

Appuntamenti

Nel frattempo è comparso un avviso in bacheca con orari, numero di telefono ed email. I fortunati che sono riusciti a prendere appuntamento parlano di ripetute telefonate per ottenere udienza. Ma non è detto sia risolutivo. Emblematico è il caso del signor Mario e delle sue peregrinazioni: venerdì, lunedì, ieri.

«Mi ha detto di tornare ma è arrivata in ritardo e senza ricettario, quindi si è assentata per andare a prenderlo. Poi era senza computer», riassume. E rincara la dose indispettito, mentre i minuti di ritardo si accumulano. Quando esce con una ricetta rossa inforca l’auto verso la farmacia. Presto per esultare: viene rimandato al mittente «perché il codice di esenzione è sbagliato».

Antonio Busti e la moglie Gabriella Battisti sono reduci da pellegrinaggi a vuoto. «Un’ora per tre ricette e alcune non sono arrivate in farmacia. “Dovete avere fiducia“, dice, “e pazienza“ perché deve prendere dimestichezza col sistema», racconta la signora. I coniugi hanno anticipato via sms i medicinali di cui avevano bisogno, poi sono stati invitati a presentarsi di persona. Non è bastato. «Mi ha detto che prendo troppe medicine», sottolinea Busti. «Ha proposto a mio marito di togliere dei farmaci, tra cui quello per la pressione. E, alle mie perplessità, ha risposto che si sarebbe presa lei la responsabilità».

 

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Ribellione

«Bisogna farla andare via», sbotta Gabriella Castagnini. Una signora a modo, il cui animo si riscalda quando inizia ad esporre le disavventure. «In sua assenza, mi sono dovuta rivolgere alla guardia medica perché avevo bronchite e febbre. È una vergogna», tuona e il disappunto vale doppio: anche il figlio ha ricevuto picche.

Raccoglie lamentele e invita i cittadini a segnalare i disservizi all’Ulss 9 il sindaco Simone Santellani che lunedì ha avuto un confronto che definisce «animato» col medico. Guarda i fatti: «La dottoressa non ha gli strumenti base di lavoro nonostante siano passati 18 giorni: pc abilitato, una stampante».

Con tempismo esce un paziente lamentando che la specialista non ha un foglietto bianco su cui annotare la prescrizione. «Scriverò all’Ordine dei medici di Milano per capire come possa ancora esercitare», annuncia Santellani. Ordine che, interpellato, elenca i provvedimenti sanzionatori a carico della specialista: sospensione dall’albo a febbraio 2020, censura, avvertimento. Tutto ciò si somma all’azione dell’Ulss 9: esposto in Procura, ipotizzando l’interruzione di pubblico servizio.

Oltre all’aspetto penale, c’è quello disciplinare: il direttore generale dell’Ulss Pietro Girardi ha segnalato il fatto alla Commissione paritetica. «La vicenda sta creando molti disagi agli assistiti», interviene la consigliera regionale Alessandra Sponda. E intanto il caso è nazionale. 

Marta Bicego

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