All’arrivo della giovane sostituta, le persone in attesa davanti all’ambulatorio quasi esultano. C’è ancora malcontento a Tregnago, ma si respira un’aria differente rispetto a quella degli ultimi giorni.
Una nuova professionista (preferisce restare anonima) è stata chiamata in sostituzione della ormai nota dottoressa Maria Colavita.
Ventisei anni e al primo impiego
«Sono al mio primo lavoro», esordisce, «e questa situazione mi è piombata addosso da un giorno all’altro». Ha 26 anni, si è laureata tre mesi fa e non ha nemmeno in progetto di diventare medico di medicina generale, confessa. Quando è stata contattata da Colavita per la sostituzione, ha accettato. Doveva essere una parentesi professionale, prima di iniziare le guardie mediche e la specializzazione.
«Non conoscevo la dottoressa», continua, «ho visto dopo gli articoli che sono stati pubblicati. Mi spiace per i pazienti e capisco la loro rabbia e sto facendo il possibile per aiutarli». Pur nelle complicazioni che si stanno presentando: «Il sistema degli appuntamenti non funziona come dovrebbe».
Ricettario a parte, per lavorare usa un computer personale e nello studio in via Unità d’Italia non c’è la stampante. E online? «Il programma fornito dalla dottoressa Colavita non è aggiornato perché mancano i dati sui pazienti». Di conseguenza, serve tempo per recuperare il pregresso: «Ma il mio obiettivo è dare ai cittadini il servizio».
Le reazioni dei pazienti
«È molto gentile e disponibile», dice un’assistita uscendo dalla porta al termine del colloquio con la sostituta. Sospiro di sollievo: avrà le carte per ricoverare il marito, gravemente malato, all’ospedale di comunità. Per una situazione che si risolve, altra mole di lavoro si accumula per la sostituta, tra arretrati e prescrizioni.
Intanto tra gli assistiti che attendono il turno si susseguono aneddoti. «Situazioni incredibili», riassume Emma Bonomo, che è dovuta tornare più volte in ambulatorio. «Avevo bisogno di un’impegnativa con urgenza e la dottoressa Colavita ha sbagliato diverse volte. Come si può lavorare senza stampante, ricettario né timbro? A un certo punto ha fotografato la ricetta e me l’ha inoltrata via messaggio». Ora gli assistiti possono stringere tra le mani le prescrizioni: una conquista. Almeno fino a giovedì, quando terminerà il periodo di malattia che Colavita ha preso.