La cooperazione internazionale perde braccia operose. Incredulità, smarrimento, costernazione: sono i sentimenti che da sabato sera accompagnano la notizia della morte di Andrea Mercanti.
Poco dopo le 20, il cinquantasettenne stava percorrendo in moto la strada verso casa, lungo la provinciale 10. Doveva raggiungere Selva di Progno, ma a Tregnago, nella curva quasi all’altezza di via Fra’ Granzotto, è finito fuori dalla carreggiata e l’impatto gli è stato fatale. La dinamica dell’incidente è al vaglio delle forze dell’ordine intervenute assieme ai soccorsi. Secondo le prime ricostruzioni pare che l’uomo sia finito autonomamente fuori strada.
La testimone
A confermarlo è una testimone. «In fase di sorpasso, abbiamo visto la moto uscire di strada sulla sinistra, poi l’impatto contro il cartello stradale e la recinzione, infine la persona riversa a terra», descrive la scena ancora scossa la donna. Assieme al marito e alla figlia, viaggiava su uno dei tre veicoli che il motociclista stava superando. «Non ad alta velocità», precisa.
Da tempo Mercanti, con la compagna Giorgia e i figli Gianmarco e Gregorio, si era trasferito in contrada Petterlini. In quell’unica abitazione in mezzo al bosco, probabilmente alla ricerca di tranquillità. Attraverso l’impegno nella cooperazione internazionale e nel volontariato spaziava in varie parti del mondo e manteneva i contatti con luoghi lontani.
Mercanti lavorava alla cooperativa Igea. Accoglieva con il sorriso le tante persone transitate dai Cas, Centri di accoglienza straordinaria, del Veronese. Da amico, che riusciva a dimostrare vicinanza a molteplici esistenze nel momento del bisogno, prima ancora che da operatore attento alla burocrazia.
Lo aveva dimostrato, ad esempio, con la sua attività tra i rifugiati in fuga dall’Ucraina a causa della guerra e ospitati all’ex hotel Paradise di Sanguinetto, nel centro gestito dalla cooperativa vercellese Igea.
Grande generosità
«Andrea, amante della musica e del suo lavoro aveva il cuore di una “generosità jazzista”, sapeva aiutare le persone con creatività e improvvisazione senza escludere nessuno», raccontano dalla cooperativa. «Era sempre dalla parte degli ultimi e di chi ne aveva bisogno e parlava con grande tenerezza delle sua famiglia».
«Igea», proseguono, «lo ringrazia per aver dato vita a questa esperienza di aiuto al prossimo nel Veronese. Le persone da lui assistite e noi colleghi non abbiamo parole per esprimere lo smarrimento», continuano dalla cooperativa. «La sua umanità lo aveva portato proprio nel suo ultimo giorno di vita a essere presente all’inaugurazione della sede dell’associazione di volontariato “Angeli della speranza” dove ha lasciato un ricordo della sua grande simpatia cantando per noi tutti e creando unione». Prima ancora, aveva seguito l’accoglienza dei profughi a Giazza, all’hotel Belvedere.
«È un lutto che colpisce nel profondo la nostra comunità», commenta il sindaco di Selva, Marco Antonio Cappelletti. Pure in un paese di poche anime, Mercanti aveva avuto modo di farsi conoscere e apprezzare per la grande disponibilità.
Gli amici
«Andrea era un amico e una bella persona», afferma Beniamino Gaiga, referente del Gruppo missionario legato alla figura di monsignor Settimio Ferrazzetta che ne porta avanti l’impegno in Guinea Bissau. Tra loro c’era stata subito intesa nel prodigarsi per combattere le povertà, perciò fatica a trovare le parole per descrivere la generosità di Mercanti.
«Era molto impegnato», ricorda il concittadino, «ma era sempre disponibile e sorridente. Bastava chiedere e lui arrivava a dare una mano, ogni volta che poteva. Ci aiutava a tenere aperta l’isola ecologica», conclude Gaiga.
Ieri è comparso un messaggio sulla pagina Facebook di Mercanti: «Ho avuto un incidente in moto e ho lasciato questo mondo», si legge, a corredo di una sua foto. In risposta, si sono susseguiti messaggi in diverse lingue. A testimoniare come l’altruismo di Mercanti avesse oltrepassato di gran lunga i confini del paese di Selva e dell’Italia.
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