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Solidarietà di andata e ritorno

Carlo Lancione, una funzionaria della Protezione civile de L'Aquila, Matteo Albi e Andrea Venturi
Carlo Lancione, una funzionaria della Protezione civile de L'Aquila, Matteo Albi e Andrea Venturi
Carlo Lancione, una funzionaria della Protezione civile de L'Aquila, Matteo Albi e Andrea Venturi
Carlo Lancione, una funzionaria della Protezione civile de L'Aquila, Matteo Albi e Andrea Venturi

Gli aiuti ai terremotati? Hanno viaggiato (su tre furgoni) e due Ali d’Angelo. Si è concluso lunedì il viaggio con cui è stato portato a L’Aquila, alla sede della pubblica assistenza Gran Sasso Soccorso, quanto la generosità di centinaia di persone ha permesso di raccogliere in poco più di 24 ore a sostegno dei terremotati del centro Italia.

La spedizione dei tre furgoni è stata l’ultimo passo della catena solidale avviata nella mattinata del 24 agosto dalla onlus Ali d’Angelo soccorso e sposata in pieno dall’associazione sportiva Soave volley.

Sono stanchi ma felici volontari che si sono spesi con questa iniziativa che si era prefissata di riempire di beni di prima necessità il bagagliaio di una station wagon: «In realtà», spiegano Claudia Piccirillo e Rudi Businaro, volontari dell’associazione sanitaria che ha la sua sede operativa a San Bonifacio, «se le prime consegne sono cominciate giovedì, la mattina dopo non avevamo più spazio per stoccare gli aiuti raccolti anche a Soave grazie alla sensibilità di Matteo Albi, vice presidente del Soave volley».

In tanti hanno messo cuore e braccia, come il diciottenne Andrea Venturi, capitato al punto di raccolta al Palazzetto dello sport di Soave per dare una mano e finito col vivere quasi tre giorni lì concludendo col viaggio a l’Aquila. Viaggio reso possibile grazie all’idea di Matteo Albi (Radio Criceto), Devis Zenari (Zeta-Ti-Emme) e Fabio Ferrari (Ferrari antincendio) nel mettere a disposizione i propri furgoni e a chi ha voluto farsi carico delle spese di benzina e autostrada.

«Tutto quello che ci è stato portato, e che abbiamo catalogato e organizzato in scatoloni, è stato rendicontato anche per facilitare le operazioni di smistamento alla bisogna. Abbiamo fatto ponte con Gran Sasso soccorso», spiega Businaro, «nostra consorella nata dopo il sisma a L’Aquila e guidata da Carlo Lancione: l’associazione è direttamente impegnata sui luoghi del disastro, e proprio da qui sono arrivate le richieste di materiale ad hoc. La Gran Sasso ha stivato tutto nel proprio magazzino per rendere disponibili gli aiuti appena sarà necessario».

All’ultimo minuto è arrivata la richiesta di materiale per riattrezzare le cassette del pronto soccorso, e qualcuno, qualche ora prima che partisse la carovana per L’Aquila, ha subito provveduto. «È stata una cosa stupefacente, commovente... grande», dice Albi anche a nome del presidente Sergio Fiorentini, «possibile grazie alla forza del passaparola anche social ma, soprattutto, grazie al cuore grande delle persone».

Per i volontari di Ali d’Angelo (presieduta da Giandomenico Businaro) una parola in più va spesa per i soavesi: «Tutti gli aiuti sono preziosi, ma i soavesi si sono dimostrati assolutamente attenti nel portare cose essenziali, giuste, alle quali magari non si era nemmeno pensato: sanno che cosa significa aver perso tutto», considera Businaro, «glielo ha insegnato l’alluvione».

Manca solo una parola, che pronunciano in coro: «Grazie». La stessa che dicevano le persone portando a San Bonifacio, come a Soave, i propri aiuti.

Paola Dalli Cani

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