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SAN MARTINO BUON ALBERGO

Scontro sull’inagibilità dello stadio: la Speme dovrà giocare senza pubblico

Il campo sportivo sul quale gioca il San Martino Speme (foto Pecora)
Il campo sportivo sul quale gioca il San Martino Speme (foto Pecora)
Il campo sportivo sul quale gioca il San Martino Speme (foto Pecora)
Il campo sportivo sul quale gioca il San Martino Speme (foto Pecora)

L’inagibilità al pubblico dello stadio del Parco Olimpia di San Martino Buon Albergo è ben più di una questione sportiva. È un caso che sta animando la vita cittadina e sta anche diventando l’ennesima fonte di polemiche politiche. La questione è presto detta. Il San Martino Speme, compagine che è stata promossa al termine della scorsa stagione in serie D, nella sua prima partita fra le mura amiche del nuovo campionato non potrà avere alcun tifoso a sostenerla.

 

L’incontro casalingo con i padovani del Casalserugo previsto per domani, infatti, si dovrà giocare a porte chiuse perché non sono stati realizzati i lavori di adeguamento del campo sportivo che erano stati imposti il 16 luglio scorso dalla Figc. Interventi che, per dirla in soldoni, dovevano consistere nella creazione di una entrata riservata agli sportivi ospiti dal parcheggio di via Falcone e di una gabbia con all'interno una struttura contenente una tribuna dietro alle panchine. Operazioni che, tradotte in soldini, secondo i conti fatti dal Comune costano 100.000 euro e sono al momento ancora da avviare.

 

«Se avessimo saputo che la situazione era questa avremmo chiesto di spostare gli incontri in altri campi, per evitare di dover giocare senza pubblico, che è per noi penalizzante», commenta Alessandro Sabaini, il presidente della società sportiva. Pur dicendosi arrabbiato per questa situazione, Sabaini confida comunque che la si possa risolvere in fretta. «Basta mettere due cancelli e creare una recinzione per poter ottenere una deroga da parte della Federazione, per cui spero che per l’incontro casalingo con l’Ambrosiana previsto fra due settimane il Comune riesca a permetterci di riaprire le porte dello stadio», dice.

 

«La dirigenza della Speme era a conoscenza che i lavori non potevano essere realizzati prima dell’inizio del campionato», afferma a nome dell’amministrazione il sindaco Franco De Santi. «Gli interventi devono essere effettuati seguendo un iter ben preciso, che comprende richiesta di preventivi, stanziamento di risorse con variazioni di bilancio ed approfondite valutazioni tecniche, prima dello svolgimento vero e proprio dei lavori».

 

Operazioni che, secondo il primo cittadino, non potevano essere completate nel giro di due mesi. «Sinora abbiamo fatto tutto quanto era possibile per velocizzare i tempi», continua De Santi. «La Speme non ha comunque alcun privilegio rispetto alle altre realtà attive a San Martino, anche se con essa, come con le altre, l’amministrazione ha sempre collaborato e continuerà a farlo. Piuttosto di alimentare polemiche, i suoi dirigenti pensino ad adempiere ai loro obblighi nei confronti del Comune», conclude il sindaco il quale fa riferimento a «doveri disattesi» sui quali non vuole però entrare nei particolari.

 

La questione ha intanto assunto anche una veste politica. Umberto Toffalini, a nome dei tre gruppi di minoranza, Siamo San Martino, San Martino Domani e Cittadini al centro, afferma che «il Comune avrebbe potuto realizzare almeno una parte degli interventi, sufficiente a far giocare le partite a porte aperte, in tempo. L’impianto è gestito dalla partecipata Archimede Servizi, che avrebbe potuto agire saltando alcuni passaggi burocratici, bastava volerlo», afferma. «Mi sorprendo che un consigliere ed ex assessore non sappia le regole che devono rispettare i Comuni», commenta, tranchant, il sindaco.

Luca Fiorin

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