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illasi

Luogo di devozione, di ritrovo, di cultura: il santuario di San Colombano torna alla comunità

Conclusi i lavori di restauro conservativo su facciata, portichetto, per la messa in sicurezza del tetto e per la mitigazione del rischio sismico
Il santuario di San Colombano restituito alla comunità (Bicego)
Il santuario di San Colombano restituito alla comunità (Bicego)
Il santuario di San Colombano restituito alla comunità (Bicego)
Il santuario di San Colombano restituito alla comunità (Bicego)

«Vedere una chiesa riaprirsi è un invito a ritrovare una dimensione comunitaria che, qui, non è casuale». Le parole del vescovo, mons. Domenico Pompili, hanno suggellato stamattina, 4 giugno, a Illasi, la restituzione del santuario di San Colombano alla comunità.

La conclusione dei lavori di restauro conservativo è stata festeggiata da molte persone che, nonostante il cielo plumbeo e qualche goccia di pioggia, hanno voluto essere presenti al taglio del nastro. Davanti all’eremo e alla sua bellezza finalmente ritrovata: dall’esterno all’interno fino alla torre campanaria e alla copertura. Luogo di devozione, di ritrovo, di cultura.

È stata il sindaco Emanuela Ruffo a ricordare le tre anime dell’oratorio e i sentimenti che nel 2018 hanno spinto la precedente amministrazione, guidata da Paolo Tertulli, a stendere un primo progetto per salvare l’edificio che dal 1835 «è meta del tradizionale pellegrinaggio e della processione che parte dalla piazza ogni seconda domenica di maggio, per sciogliere la promessa che i nostri antenati vollero perpetua alla Vergine di San Colombano».

Gli interventi di restauro

Sforzo economico importante per il Comune che, ai costi iniziali di 200 mila euro (finanziati per metà dal Gal Baldo Lessinia), ne ha dovuti aggiungere altri 140 mila per la messa in sicurezza del tetto e la mitigazione del rischio sismico. A scendere nel dettaglio degli interventi è stato l’architetto Renato Molinarolo, affiancato dall’ingegner Alberto Grazioli.

Opere edili hanno interessato la muratura nord, il sagrato e il portichetto; il restauro si è concentrato soprattutto sulla parete nord, sulla facciata e sul portichetto; attenzione particolare è stata data alla mitigazione del rischio sismico.

Ringraziamenti sono andati alla restauratrice Marina Cherubini, all’impresa D.P.V. di Bellomi Claudio & C., all’artigiano Riccardo Panardo e alla collaborazione del “custode” dell’eremo Paolo Falli.

Numerose le autorità civili, religiose, militari presenti alla giornata. Tra queste, per la Regione, la vicepresidente Elisa De Berti e i consiglieri Anna Maria Bigon, Alberto Bozza, Alessandra Sponda, Stefano Valdegamberi; per la Provincia, il vicepresidente Luca Trentini e il consigliere Michele Taioli che è anche vicesindaco di Illasi; per il Gal Baldo Lessinia, il presidente Ermanno Anselmi; poi i sindaci e delegati dei Comuni di Tregnago, Cazzano di Tramigna, Lavagno, Caldiero, Mezzane; per l’Arma, il capitano dei Carabinieri di San Bonifacio Gianluca Sanzò e il comandante dei Carabinieri di Illasi Andrea Di Censi. Infine vari rappresentanti delle associazioni tra cui Le mani, pro loco, Auser, Avis, alpini, Gruppo marciatori e il corpo bandistico le cui note hanno fatto da sottofondo alla mattinata.

Una convenzione firmata dal sindaco Ruffo e dal parroco, don Pietro Pasqualotto, ha suggellato l’uso del santuario alla parrocchia con l’impegno reciproco di far fiorire il santuario come sito storico, artistico e culturale.

Marta Bicego

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