In oltre una cinquantina, per il mezzogiorno di oggi venerdì 29 marzo, si sono dati appuntamento sul sagrato della chiesa di Santa Caterina in Villa, a San Giovanni Ilarione, per riproporre la tradizione delle racole del Venerdì Santo.
Fino ad un secolo fa la celebrazione della Passione e morte del Signore si concludeva con l'annuncio dato, a campane mute, dalle racole.
Anteas una dozzina di anni fa ha recuperato la tradizione riportando in piazza nei primi anni i più anziani del paese, che di questa pratica avevano memoria, e col passare del tempo coinvolgendo anche i più giovani. Obiettivo evidentemente raggiunto visto che se Giorgio Zanchi, con le sue 85 primavere, era il racoliere veterano, al debutto si è presentata, con una minuscola racola, la piccola Alice che ha solo 14 mesi. Anche quest'anno ad accompagnare il rito le voci dei cantori del coro El Biron di San Giovanni Ilarione ma anche don
Jayaseelan Savariarpitchai, sacerdote indiano in aiuto al parroco don Maurizio Gobbo che lo scorso anno, alla sua prima da racoliere, aveva raccontato di un'usanza indiana simile in cui, già con la processione del Giovedì Santo, vengono impiegate le "raddu", le racole appunto.