Anche trappole per peli lungo le aree attorno alla zona di avvistamento dei presunti orsi a Cazzano di Tramigna: «Il posizionamento avverrà a breve», spiegava ieri Graziano Corazzari, assessore regionale al territorio, «perché nel caso in cui gli animali venissero attirati, potrebbero lasciare ciuffi di pelo che ci consentiranno di ricavare il materiale genetico e l’avvio di uno studio di tracciabilità genetica da confrontare con la banca dati di Trentino e Veneto. Ammesso che di orso si tratti, a parte verificare se sia maschio o femmina, sarebbe importante capire se l’animale e censito».
Le verifiche per accertare la presenza dell'orso
In campo, per accertare quanto segnalato lunedì da un residente, e cioè l’incontro il sabato prima con un presunto orso adulto e un esemplare più piccolo, la Regione mette anche questo: «Non appena avuta notizia dell’avvistamento è stata subito avviata attività di verifica con posa di fototrappole. Se si trattasse di una femmina con un cucciolo, come sulle prime qualcuno ha pensato davanti a due animali di dimensioni diverse, ci troveremmo davanti a un fatto singolare: la femmina», spiegava ieri Corazzari, «è stanziale, non di passaggio, e perciò questo scenario sembrerebbe difficile».
Ed è per questo che i più esperti dei comandi di altre province sono stati coinvolti. Da accertare c’è moltissimo, alcune orme che sono state segnalate martedì in località Soraigo (sul confine tra Cazzano e San Giovanni Ilarione) e in alcuni terreni a monte della zona da cui gli animali si sono mossi dopo l’avvistamento: le verifiche, effettuate da Polizia provinciale e carabinieri del Nucleo forestale di Tregnago, parrebbero escludere relazioni con le impronte di contrada Dino, ai Monti. A dire qualcosa in più potrebbero essere le immagini della videosorveglianza di alcuni fondi e aziende agricole.
Le ricerche Carabinieri del Gruppo forestali di Verona durante il controllo alla ricerca di tracce dell’orsa
(DIENNEFOTO)
Le indagini
Ieri mattina gli agenti della Polizia provinciale erano in zona prima dell’alba: monitoraggio stretto che continua ma nessuna nuova informazione che filtra. Una staffetta, la loro, con i militari del Nucleo carabinieri forestali dal 2017 di stanza a Tregnago «nel monitorare eventuali altri segni di presenza, dalle impronte a ciuffi di pelo», spiega il maresciallo Giuseppe Rodini che comanda i 5 militari in servizio sul comprensorio dei 13 Comuni di Val d’Illasi fino a Cima Carega, Val Tramigna e Val d’Alpone.
In stretta sinergia con la Polizia provinciale, i carabinieri forestali mettono in campo le specifiche competenze in materia ambientale e integrano così anche il monitoraggio di quelli che per gli animali potrebbero essere punti di interesse (dove trovare cibo e acqua).
«Il ruolo di raccolta e verifica delle segnalazioni è fondamentale», dice il tenente colonnello Luca Zuccoli Bergomi, comandante in sede vacante del Gruppo carabinieri forestali di Verona, «per ora non abbiamo prova di presenza ma nemmeno di assenza dell’animale.
Per questo suggerirei alle persone, per prudenza, di non avventurarsi in maniera incosciente nelle aree rurali di queste zone».
L’altro invito lo porta avanti il comandante di stazione: «Per qualunque dubbio le persone non esitino a contattarci (il numero è 045.6500456 ed è meglio un’uscita in più a vuoto che vivere col dubbio) oppure la Polizia provinciale, il 112 o il numero di emergenza 1515».
Poi le prassi corrette che alcuni Comuni della zona hanno postato sui propri social: cane al guinzaglio, farsi sentire e non abbandonare rifiuti come prevenzione, nel caso di avvistamento tornare in silenzio sui propri passi se l’animale non si è accorto della nostra presenza o in caso contrario attendere che si allontani senza inseguirlo nè attardarsi ad osservarlo o fotografarlo. In caso di incontro con orso fermo allontanarsi senza correre, se si avvicina farsi sentire senza gridare e se attacca faccia a terra e mani sulla nuca.