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Caldiero

Non ce l'ha fatta il 66enne colto da infarto e soccorso dal giovane Matteo Ridolfi

Occhipinti non ha più ripreso conoscenza ed è morto in ospedale. La moglie e le figlie hanno ringraziato il 14enne e consentito l'espianto degli organi
Giovanni Occhipinti e a destra Matteo Ridolfi che ha cercato di salvarlo, premiato da Zaia
Giovanni Occhipinti e a destra Matteo Ridolfi che ha cercato di salvarlo, premiato da Zaia
Giovanni Occhipinti e a destra Matteo Ridolfi che ha cercato di salvarlo, premiato da Zaia
Giovanni Occhipinti e a destra Matteo Ridolfi che ha cercato di salvarlo, premiato da Zaia

Giovanni Occhipinti aveva 66 anni, era originario della Sicilia, aveva lavorato come operaio metalmeccanico in molte parti d’Italia e da anni abitava a Caldiero. Occhipinti è morto per un attacco cardiaco, nonostante il tentativo di Matteo Ridolfi, 14 anni, di Colognola, richiamato dalle grida della moglie, Rita Gravera. Il ragazzo ha cercato di calmare la donna; ha chiamato i soccorsi; ha indicato al 118 il luogo dove si trovava e con il telefono in viva voce, guidato dall’operatore del Suem, ha praticato il massaggio cardiaco in attesa dei soccorritori. In località Decima di Colognola, sono arrivati rapidamente ambulanza ed elicottero. Occhipinti non ha più ripreso conoscenza. È stato portato in terapia intensiva al Polo Confortini di Borgo Trento dove è deceduto. Il funerale è stato celebrato martedì nella chiesa parrocchiale di Caldiero.

Il giorno dell'infarto Occhipinti era rientrato da una passeggiata con la moglie, e insieme erano andati nel loro orto a Decima. «Ringrazio tanto Matteo», dichiara la signora. «I soccorritori subito ci hanno avvertito che la situazione era grave. Giovanni non ha mai avuto malattie e non aveva avuto alcun sintomo prima dell'arresto cardiaco», racconta Rita Gravera. «Il mio grazie va non solo a Matteo, che ha cercato di tenermi calma in quegli istanti drammatici ma anche a tutti il personale del Suem 118, del reparto di Terapia intensiva neurochirugica e cardiaca di Borgo Trento per l'umanità che medici e infermieri hanno avuto con noi».

Al ringraziamento della signora Rita si affianca quello delle figlie Samantha ed Eliana che insieme hanno deciso la donazione di organi e i tessuti. «Nostro padre è sempre stato attento agli altri e generoso, con tutti», lo descrivono le figlie. «Speriamo che il dono per altri ammalati, sia di esempio per altri parenti che si troveranno nella nostra situazione». I frutti della generosità si sono visti il giorno del funerale in chiesa a Caldiero, quando sono venuti in centinaia per l'ultimo abbraccio ideale. Molte persone, venute da tutte le parti d'Italia dove Occhipinti, emigrato dalla Sicilia, aveva lavorato come metalmeccanico fino al 2020, quando era andato in pensione. «Era appassionato di cucina», lo ricordano figlie e moglie. «Preparava per noi e per sua nipote e seguiva con passione le trasmissioni in tv per carpire nuove ricette».

Zeno Martini

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