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San Bonifacio

Medico di base attende da tre mesi l'esito dei tamponi

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Medici in un punto tamponi
Medici in un punto tamponi
Medici in un punto tamponi
Medici in un punto tamponi

Tamponi mensili di controllo per i medici di base ma a San Bonifacio c’è un dottore che da giugno non sa dove vadano a finire i risultati dei test a cui si sottopone. «Sono mesi che chiedo a chiunque, chiamo numeri di telefono a cui non risponde mai nessuno, busso ad ogni porta: se le cose rimangono così, il tampone a fine settembre non lo faccio perché non ha alcun senso».

H.H., medico di base da anni in servizio nel sambonifacese, da tre mesi cerca tracce dell’esito dei suoi tamponi: «Da giugno non vedo più nel fascicolo sanitario il referto dei miei tamponi e nemmeno all’ufficio di igiene. Mi sono stati dati alcuni numeri di telefono da chiamare, peccato non risponda nessuno. Sono stato anche dai responsabili del Dipartimento di prevenzione della nostra area, al laboratorio analisi, al punto tamponi: ho sempre trovato persone gentilissime e collaborative», spiega il medico, «ma poi tutti hanno spalancato le braccia senza potermi dare risposte, se non altri numeri di telefono inutili. Chi si fa il tampone rapido attende l’esito sul fascicolo sanitario ma lì non ci finirà mai: dove vanno a finire i miei tamponi? Come faccio a dimostrare che li ho fatti essendo obbligatori?».

La segnalazione pubblica il medico ha deciso di farla considerandola l’ultima carta da giocare. «Posso solo ringraziare i miei colleghi e l’Ulss 9», precisa il medico, «perché ho avuto il Covid e sono stato curato da persone splendide, dal pronto soccorso dell’ospedale Fracastoro al reparto di medicina, dai miei colleghi medici di base di San Bonifacio che mi sono stati vicinissimi fino ai colleghi pneumologi degli ospedali di Negrar, Borgo Roma e Borgo Trento. L’ho sperimentato sulla pelle che la sanità funziona e sta in piedi grazie a persone meravigliose e professionisti validissimi ma qui un problema c’è, evidentemente di carattere informatico, e non capisco perché dopo tre mesi non sia stato ancora risolto».

Una segnalazione a volte sblocca un problema, come successe quando, nei primi tempi del Covid, i medici stessi dovevano mettersi in fila con tutti i cittadini per fare il tampone, facendolo loro perdere ore e ore di attività di ambulatorio. La cosa poi si risolse. «Spera accada anche stavolta», conclude il medico.

Paola Dalli Cani

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