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Lavagno e Zevio

Luigi, a soli 18 anni una vita per gli scacchi: «Sono una metafora della vita: bisogna cogliere ogni occasione»

Vujicic frequenta il Messedaglia ed è candidato maestro, a scuola ha rimesso in piedi la squadra. Oggi e domani si batterà a Zevio
Luigi Vujicic concentrato alla scacchiera
Luigi Vujicic concentrato alla scacchiera
Luigi Vujicic concentrato alla scacchiera
Luigi Vujicic concentrato alla scacchiera

A nove anni, Luigi Vujicic, passando vicino ad un bar di Vago, dove ancora abita, notò due pensionati indaffarati con una complicata tavola divisa in riquadri traversi, anziché con un semplice mazzo di carte con re e regine. A quell’età, c’è il mondo da esplorare e sperimentare al di fuori della propria casa. Così, domandò al papà che era con lui perché mai quelle persone fossero tanto concentrate. «Giocano a scacchi!», esclamò Vladimir.

Ci sono due sfidanti: il Bianco e il Nero. Ha la meglio chi imprigiona il pezzo principale del contendente: il re, protetto dalla versatile regina. Quel giorno, Luigi fece la propria mossa: dopo le lezioni e i compiti della scuola elementare, cominciò a frequentare, accompagnato dalla mamma Chiara, il circolo del quartiere, muovendo le prime pedine. Oggi, a 18 anni, lo studente del liceo scientifico Angelo Messedaglia parteciperà a Zevio, dalle 14 alle 19, all’VIII edizione del torneo internazionale di scacchi, una cinquantina i presenti nei tabelloni, allestito nella sala conferenze del Centro culturale in piazza Santa Toscana, 1.

La manifestazione, che si concluderà domani in serata, è stata organizzata da Edizioni Ediscere di Verona, circolo della Valpolicella, circolo Andrea Battinelli di Verona in collaborazione con la Pro loco e con il patrocinio del Comune di Zevio. Ingresso libero.

«Luigi è un predestinato. È quasi candidato maestro», spiega Paolo Caneva, responsabile dell’attività scacchistica della Pro loco, «dopo l’esperienza di Vago, Luigi prese parte ai corsi di Zevio. Al termine, batté l’istruttore».

La competizione internazionale di Zevio fu una delle prime a cui l’adolescente partecipò. D’altronde, si torna sempre nei luoghi dell’infanzia.

L’icona del ragazzo di origini croate è il pluricampione mondiale Magnus Carlsen, il norvegese che diventò Gran Maestro a 13 anni, prima dell’americano Bobby Fischer e del russo Garry Kasparov. La pedina preferita di Luigi è il cavallo, perché è l’unico pezzo che può saltare gli altri. Simboleggia i soldati sui destrieri che difendono i regnanti.

«Gli scacchi sono una metafora della vita: bisogna cogliere ogni occasione», assicura Luigi che, ora, è iscritto al circolo della Valpolicella e frequenta anche il circolo Battinelli di Verona. «Al Messadaglia, assieme ad altri compagni, abbiamo riavviato il laboratorio di scacchi sospeso durante il Covid.

La squadra che abbiamo messo assieme ha raggiunto il terzo posto nella categoria Allievi ai campionati italiani studenteschi che si sono svolti a Montesilvano, in Abruzzo», aggiunge. Un diciottenne che insegna ai coetanei. «Ciò gli fa davvero onore», conclude Caneva.

Stefano Caniato

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