<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
SAN BONIFACIO

«L'acido mi ha aperto gli occhi Adesso so davvero chi sono»

di Chiara Tajoli
E aggiunge: «Il solo pensiero che quella persona esca dal carcere mi fa paura. È capace di tutto Perdonarlo? Non è necessario»
Lucia Annibali, 37 anni: finora ha subito tredici interventi al viso
Lucia Annibali, 37 anni: finora ha subito tredici interventi al viso
Lucia Annibali, 37 anni: finora ha subito tredici interventi al viso
Lucia Annibali, 37 anni: finora ha subito tredici interventi al viso

Mancano dieci minuti all'inizio dell'incontro al teatro Centrale di San Bonifacio con Lucia Annibali, venuta a presentare il suo libro «Io ci sono. La mia storia di non amore», scritto con Giusi Fasano.
«È già entrata?», chiediamo. «Non ancora», risponde la presidente della locale commissione Pari opportunità Anna Giovannoni, che ha organizzato l'evento «Morire d'amore» su richiesta degli studenti delle scuole superiori presenti oggi in teatro. Poi aggiunge: «È là di fronte». Lucia Annibali è sul marciapiede, all'ombra. Minuta, elegante, sembra una donna come tante, finché si avvicina e quel viso liscio, senza età, rivela di colpo tutta la sofferenza attraverso cui è passata, anche se dal vivo è più bella che in foto. Saluta, sorride, tende la mano destra, quella che con il volto ha avuto la peggio quando un uomo incappucciato, assoldato dal suo ex fidanzato Luca Varani, le ha lanciato addosso l'acido solforico che le ha cambiato per sempre la vita. Era il 16 aprile 2013. Da allora ha subito tredici interventi al viso e altri l'attendono. Ma lei non ha paura. «Non vedere l'ora di farli», confessa.
Ci sediamo nella hall del teatro. Lucia Annibali ha 37 anni, ma ne dimostra 25. «Sono ringiovanita», ironizza. «Merito della pelle nuova». E aggiunge: «Per fortuna ho recuperato la vista, ma il mio viso necessita di continue cure e visite di controllo in ospedale».
Al Centro grandi ustionati di Parma, che è stata la sua salvezza, fa anche volontariato aiutando i ricoverati a reagire. Come ha fatto lei, che non si è mai arresa, lottando per riprendersi la sua vita e il suo viso. «Mi scrivono in tanti, persone ustionate, ferite, donne che hanno subito violenze, ragazzi che si confidano. Una delle ultime soddisfazioni me l'ha data una signora. Aveva una gamba rovinata a causa di un incidente e finalmente, leggendo il mio libro, ha trovato il coraggio di andare in spiaggia in costume». Ora Lucia vive a Urbino con i suoi genitori e per ora non ha nessuna intenzione di tornare a fare l'avvocato. «Non è un desiderio che sento», spiega. «Mi piace scrivere, tengo anche una rubrica “Con gli occhi di Lucia" su “Io donna” online». E non nasconde che la politica potrebbe essere una possibilità futura. Come non nasconde che, paradossalmente, l'acido che l'ha quasi fatta diventare cieca, le ha invece aperto gli occhi su se stessa e sul mondo.
«Prima di quel giorno vivevo una sofferenza ancora più profonda», dice. «Non ero io a gestire la mia vita, le mie scelte. Ci sono persone che riescono a manipolare la nostra mente: si cade in confusione, non si sa più come stanno le cose», ha detto riferendosi a Varani. «Ora ho fiducia nelle mie capacità, sono orgogliosa di me e più serena. È come aver avuto due esistenze, una al buio, l'altra nella gioia e nella serenità». Quanto al rimpianto per il volto di «prima», rivela: «Questo viso non perfetto, ma è stato molto peggio mesi fa, fa parte di me, lo “costruisco” ogni giorno. Curando il viso, curo me stessa. Oggi ho un concetto più profondo della bellezza. Non c'è più distacco tra come mi sento e come mi pongo e questa è la vera bellezza. Ho imparato a volermi bene e oggi sto meglio di prima: agli altri si trasmette il rapporto che si ha con se stessi».
Riuscirebbe di nuovo ad amare un uomo?, chiediamo. «Sì, ma accanto voglio solo persone positive, che sappiano affrontare la vita», risponde. «Sono aperta ai sentimenti. Ho tentato con un altro uomo, ma in confronto ai suoi traumi, i miei erano nulla. Non poteva andare».
Quanto al perdonare il suo ex fidanzato, che lei chiama «quella persona» dice: «Non è necessario perdonarlo per andare avanti con la mia vita. È imperdonabile per la sofferenza che ha inflitto ai miei genitori. Io ho perdonato più che altro l'esistenza per ciò che mi è successo».
Tempo scaduto. La chiamano al tavolo dei relatori. Accanto a lei, oltre a Giovannoni, ci sono Luciana Giuriolo, rappresentante dell'associazione «Donna chiama donna» di Vicenza, Cristina Martini di ProsMedia, Barbara Trestin e Antonia Graziano del consultorio dell'Ulss 20 di San Bonifacio ed Elena Guerra, giornalista di Combonifem e moderatrice dell'incontro.
Moltissime le domande ricevute da Lucia Annibali, che ha risposto con grande sincerità.
«Talvolta infastidisce», ha detto, «se la vittima è reattiva, si ricostruisce una vita, non rientra nei canoni normali. Agli psicologi la mia reazione era parsa strana perché non ero disperata per il mio viso, avevo troppa forza ed energia e a loro parere ciò non andava bene. Cosa dovevo fare: piangere tutti i giorni? Qualcuno», aggiunge, «ha poi persino insinuato che sono stata ricevuta da Napolitano perché sarebbe amico di mio padre. Bisogna selezionare chi si frequenta: ora sento a naso, anche se è un naso po' strano e storto, quando le persone sono negative».
E quando «lui» uscirà dal carcere avrai ancora paura?, le ha chiesto una ragazza. «Sì, l'avrò. Ce l'ho al solo pensiero. È una persona capace di qualsiasi cosa. Non ha mai dimostrato pentimento per ciò che mi ha fatto, ha sempre pensato a salvare se stesso».
Hai voglia di vendicarti?, ha chiesto un altro studente. «Ciò che mi ha fatto passare non lo auguro a nessuno, nemmeno a lui. I momenti di rabbia e frustrazione ci sono, ma la vendetta non aiuta, non fa bene». Quando sei sola pensi spesso a quello che ti è successo?, ha chiesto infine una ragazza. «Sì ci penso», ha risposto. «Il ricordo di certi momenti in ospedale e l'immagine di me che apro la porta di casa e vedo quella sagoma nera con l'acido non mi lascereranno mai».

Suggerimenti