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L'ultimo saluto

Un fiocco fuxia sulla bara di Carlo «Madame Sisì» Tessari: «Hai saputo restare umano»

Colori scuri, volti provati, incredulità: in mille al funerale di Tessari, fondatore dell'Art di Desenzano
In mille al funerale di Carlo Tessari «Madame Sisì»
In mille al funerale di Carlo Tessari «Madame Sisì»
Funerale Carlo Tessari-Madame Sisì (Pecora)

In mille per dire addio a Carlo Tessari e per dire grazie per tutto quello che nei panni di Madame Sisì ha fatto e detto «difendendo la libertà di essere se stessi». È stato un abbraccio commosso e pieno di affetto quello che oggi, giovedì 14 marzo, a Brognoligo di Monteforte d’Alpone ha stretto un migliaio di persone attorno all’imprenditore che quasi 37 anni fa si era inventato l’Art club disco di Desenzano.

Colori scuri, volti provati, incredulità per molti versi: solo quel fiocco fucsia adagiato sul legno chiaro della bara ad accendere l’arcobaleno che è sempre stato la caratteristica di Madame Sisì. Tessari a casa ci tornava spesso, per perdersi nell’abbraccio di mamma Gigia, e quando, il 10 dicembre, lei è mancata ha cominciato a cambiare anche il mondo di Carlo: poche settimane, le cose che peggiorano, il desiderio di trascorrere anche gli ultimi giorni nella casa in cui era nato attorniato dai fratelli con i quali era cresciuto.

E così, con un «funerale come quello della mamma», chiesto al fratello Francesco, ha salutato tutti: come un brognolighese qualunque ma in un abbraccio immenso inframezzato a più riprese da applausi forti come uno scroscio di tempesta. «Carlo, nonostante tante situazioni difficili ha vissuto e ha saputo rimanere umano», le parole di don Adriano Preto Martini durante l’omelia, «ha mantenuto la sua fede dalla quale è stato consolato nell'ultimo periodo, non smettendo mai di pregare Maria che ha sempre sentito vicino. Provate voi a rimanere umano nonostante tutto riconoscendo chi è emarginato o ha bisogno di aiuto: non sono queste le opere di carità che dio chiede? Carlo lo ha fatto ogni giorno, dicendo di sì senza guardare chi fosse a chiedere e cosa chiedesse».

«In quel mondo magico che è l’Art», le parole dell’amico Luca, «hai costruito una famiglia. Punto di riferimento, esempio e speranza per chi le aveva perse, sei stato capace di rendere il nulla qualcuno, protagonista chi aveva toccato il fondo nella convinzione che c'è spazio per tutti». 

Paola Dalli Cani

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