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San Bonifacio

Il maestro Dante a 99 anni si iscrive al corso di informatica (e ci va in auto)

Alunno del corso di informatica di base promosso da Comune di San Bonifacio e Auser
Dante Marcazzan
Dante Marcazzan
Dante Marcazzan
Dante Marcazzan

Un quaderno Pigna a righe di terza elementare, in copertina Sandokan e, in prima pagina, in stampatello, il nome: Dante Marcazzan. Nella riga sotto, la materia: corso di informatica.

Dante, 99 primavere «e mezzo», dice, è l’alunno più eccellente del corso di informatica di base promosso da Comune di San Bonifacio e Auser per il Progetto promozione e valorizzazione dell’invecchiamento attivo. 

Il «mistero» sul compleanno di Dante

Dante è nato nel 1924, a San Giovanni Ilarione, segno Gemelli, ma non si sa il giorno perché non vuole che si sappia quando arriverà al secolo. Marcazzan frequenta la «scuola» alla Fondazione San Gaetano, con altri 15 allievi dai 59 ai 99 anni, ogni giovedì, e la raggiunge in auto perché, precisa, ha la «patente valida fino al 2015».

E ci arriva con il rigore di chi è stato a sua volta un maestro. Questo ha fatto Dante nella vita: «Quasi per caso. Un giorno al collegio Don Bosco il direttore chiese chi voleva fare le magistrali che partivano quell’anno: due miei amici alzarono la mano ed io, pur tra mille dubbi perché non potevo confrontarmi coi miei genitori, feci lo stesso. Mio papà, che era macellaio, mi avrebbe voluto veterinario e quindi per me sarebbe stato meglio il liceo ma io, che andavo con lui quando uccideva gli animali, non me la sentivo, mi facevano pena».

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La storia di Dante Marcazzan

Dante entrò in ruolo nel 1951, rimase quindi nove anni nella scuola rurale delle Lore con una pluriclasse di 25 bambini di terza, quarta e quinta: «Poi sono passato alla scuola di Castello dove sono rimasto fino al 1964. Quindi sono alla Sandri di San Bonifacio.

Mi sono trasferito qui per poter dare un’opportunità ai miei due figli. Io, da montanaro, sono stato scelto per la classe in cui studiavano i figli di chi era più in vista in paese, ma c’era anche mio figlio Flavio».

In cattedra è rimasto fino alla pensione, nel 1989. A 80 anni, con una targa d’argento, è stato congedato dalla corale della chiesa ma il giorno dopo è entrato nei nel Coro degli anziani, diretto da Massimo Martinelli, che si esibisce anche in case di riposo. «È bello per far compagnia agli anziani», dice mentre lui si ritiene un «ultra anziano!». «Timido da sempre, sono a mio agio solo coi ragazzi», dice Dante che nel registro di classe compare all’ultima riga, accanto all’età, 99 anni. «Il primo giorno ho pensato ad un errore», dice Flavio Dugatto, docente del corso, «in questa classe, a guardarla nel suo insieme, è impossibile azzeccare chi sia il quasi centenario». Merito, svela Dante, «del lavoro, tutti i giorni, prima nei campi e adesso nell’orto». Lo rivela davanti ai compagni di classe rapiti e all’assessore al Sociale, Anna Maria Sterchele, che ha voluto conoscerlo.

La classe di Dante
La classe di Dante

I corsi di informatica

Dante sui banchi ci è «felicemente tornato», precisa, per merito della figlia: «Lei mi ha iscritto al corso. Io so usare quello rettangolare (il telefonino, ndr), come mia moglie Maria, e sul tablet guardo unicamente le previsioni del tempo per regolarmi con l’orto. Ma questo, il computer, è bellissimo. Sa com’è», sorride, «veramente mi aspettavo di cambiare indirizzo (di passare a miglior vita, ndr) ad 85-87 anni, come i miei vecchi, invece sono sempre stato bene. Comincio a pensare che qualcuno si sia dimenticato di me».

Paola Dalli Cani

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