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Caporalato, 17 ditte logistiche su 21 sono irregolari

Caporalato: sospesa l’attività di 3 delle 8 aziende agricole della Bassa controllate dagli ispettori del lavoro mentre sul fronte della logistica sono state verificate irregolarità in 17 delle 21 aziende della provincia di Verona sottoposte a controllo. Sono i numeri di due distinte operazioni ispettive che hanno coinvolto gli Ispettorati del lavoro di diversi capoluoghi, i mediatori culturali dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni e, nel caso del settore primario, anche il Servizio di prevenzione, igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro (Spisal) dell’Ulss 9 Scaligera di Verona. A fare da coordinatore delle due attività, entrambe inserite nel progetto «Alt caporalato!», finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l’Ispettorato del lavoro di Verona. Luglio è stato il mese nel quale l’attenzione si è concentrata sul settore agricolo: congiuntamente agli ispettori degli ispettorati di Teramo e Torino, sono state passate al setaccio otto imprese agricole attive in diversi comuni della Bassa dove sono state controllate le posizioni di 82 lavoratori (10 cittadini italiani, 18 lavoratori comunitari e 54 lavoratori provenienti da Paesi extra Ue, in particolare da Marocco, Albania, Gambia, India, Mali, Nigeria, Pakistan, Senegal e Liberia). Allo stato degli atti e in attesa della produzione della documentazione, sono stati individuati sette lavoratori in nero di cui due cittadini comunitari, tre cittadini di Paesi extra Ue provvisti di permesso per lavoro subordinato e due cittadini di Paesi extra Ue provvisti di titolo abilitante alla permanenza sul territorio nazionale, ma non collocabili. Sono stati adottati tre provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale per impiego di personale, non risultante dalla documentazione obbligatoria, superiore al 20% del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro. Nell’ambito degli interventi congiunti, i funzionari dello Spisal hanno rilevato e contestato violazioni in materia di sicurezza delle macchine e delle attrezzature, di carenza delle misure di prevenzione per il rischio Covid-19 nei dormitori, di mancata sorveglianza sanitaria e della formazione, nonché dell’adozione di misure di prevenzione attuate per il rischio da colpo di calore. A maggio, invece, congiuntamente agli Ispettorati del lavoro di Alessandria, Varese, Como-Lecco, Savona e Treviso, il faro era stato acceso sul settore della logistica: 21, e di varie dimensioni, le aziende sottoposte a controlli e, al momento, solo per 4 di esse è tutto in ordine. Nel corso degli accertamenti sono state controllate le posizioni lavorative di 155 lavoratori (98 cittadini italiani, 17 cittadini comunitari e 40 provenienti da Paesi extra-Ue). Sebbene gli accertamenti risultino tutt’ora in corso e possano quindi emergere ulteriori ipotesi di irregolarità, già in occasione dell’ispezione sono stati riscontrati illeciti per lavoro «in nero», violazioni in materia contrattuale e di orario di lavoro riferiti a 31 lavoratori. •.

Paola Dalli Cani

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