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Est veronese

Bimbo in affido da tre anni, ok all'adozione ma a un'altra famiglia. L'appello: «Luca sta male, fermatevi»

Drammatica vicenda che vede un bimbo abbandonato da mamma e papà a sette mesi che ora rischia di perdere anche i nuovi genitori
Est Veronese, straziante vicenda del bimbo in affido
Est Veronese, straziante vicenda del bimbo in affido
Est Veronese, straziante vicenda del bimbo in affido
Est Veronese, straziante vicenda del bimbo in affido

Quasi tre anni in una famiglia dove Maria e Giovanni Rossi (nomi di fantasia) per Luca (nome inventato per tutelarne la privacy) sono diventati mamma e papà, nove incontri con una coppia di estranei che dovrebbero diventare la nuova mamma e il nuovo papà e, ora, nonostante il piccolo inizi a manifestare il suo disagio, l'ordine di trasferirlo per cinque giorni nella nuova casa in attesa di un collocamento definitivo: «Siamo disperati. Luca sta male, tanto che il pediatra si è visto costretto a prescrivergli un supporto psicologico. Vi scongiuro, se proprio non potete fermarla, rallentate questa pericolosa corsa verso un trauma che per lui sarà irreparabile». 

Storia dolorosa 

La vicenda è quella che avevamo raccontato lo scorso 6 luglio: Maria e Giovanni, che abitano nell'Est veronese, sono la famiglia affidataria in cui Luca, che ha tre anni, è cresciuto da quando aveva sette mesi. Qualche mese fa il Tribunale dei minori di Venezia, non recuperata la capacità genitoriale della famiglia di origine, si è orientato per dichiarare l'adottabilità del piccolo: sentita la coppia affidataria che si è detta disponibile a trasformare l'affido in adozione, ha individuato tuttavia per il bambino una coppia alternativa di aspiranti genitori adottivi. Il motivo? La famiglia di origine del piccolo, che pure abita nell'Est veronese e che da inizio affido non ha mai interferito, potrebbe in futuro diventare un problema. 

Il ricorso della coppia

«Contro la decisione i Rossi hanno proposto ricorso urgente di adozione in casi particolari, l'udienza è stata fissata per ottobre ma nelle ultime settimane è stato organizzato un calendario di incontri. Ci siamo opposti chiedendo di anticipare l'udienza e la sospensione degli incontri ma ci è stato detto no perché, nel frattempo, la coppia con cui Luca è cresciuto, e che, nessuno ha mai messo in discussione, è al centro dell'indagine per l'idoneità all'adozione. Una situazione incredibile», denunciava ieri l'avvocato Barbara Beozzo, legale della famiglia affidataria ma anche presidente del Movimento affido e adozione, «a cui oggi si è aggiunta la comunicazione che il piccolo dovrà pernottare per cinque giorni con la nuova coppia in vista del suo trasferimento definitivo. Se risulta incomprensibile la ragione dell'allontanamento di un bambino dalle persone che per lui rappresentano mamma e papà, e che nessuno ha ritenuto non idonee, siamo sconvolti per le modalità che non tengono conto del vissuto del bambino». 

Accorato appello 

Di qui l'appello disperato che ci è stato rivolto dalla famiglia affidataria perché l'attenzione sulla vicenda non si smorzi. «Gli incontri sono stati strazianti: al momento del distacco dagli affidatari Luca ha sempre pianto disperatamente, aggrappandosi alle gambe prima materne e poi paterne. Ai Rossi, però, era stata data la precisa indicazione di non consolare in alcun modo il bambino sebbene piangesse, urlasse e si arrampicasse per essere preso in braccio. Al momento dell'allontanamento della coppia affidataria, quella adottiva tratteneva il bimbo urlante in braccio fino a quando Luca non riusciva più a vedere i suoi genitori che, come gli dicevano, sarebbero poi tornati a prenderlo». Se non ci sarà un'inversione di rotta», considera il legale, «Luca vivrà un profondo senso di abbandono e non potrà che sentirsi ingannato. Il trauma a quel punto sarà irreparabile».

I segnali in questo senso ci sono già tutti: «Dall’inizio degli incontri Luca si sveglia spesso la notte, chiede continuamente latte tanto che la pediatra ha prescritto un supporto psicologico urgente che per lui, fino ad oggi, non era mai stato previsto. Le educatrici dell'asilo nido», prosegue l'avvocato Beozzo, «segnalano che, dall'avvio degli incontri con la coppia adottiva, Luca manifesta comportamenti aggressivi e cerca continue rassicurazioni nelle insegnanti. Questi sono alcuni dei modi in cui esprime il suo disagio». Possibile che davanti alla sofferenza di un bambino che a sette mesi ha subito un primo abbandono, il Tribunale dei minori sembri inerte e, anzi, arrivi a precipitare le cose?», si interroga il legale.

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Paola Dalli Cani

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