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a processo

«La donna deve ubbidire»: e la violenta ogni settimana

Originario della Nigeria, per un anno maltratta la donna con cui vive e la minaccia: «Ho visto cose brutte, non ho paura della galera»
Una donna che ha subito violenza
Una donna che ha subito violenza
Una donna che ha subito violenza
Una donna che ha subito violenza

Un compagno violento, che l’ha sottoposta per quasi un anno a umiliazioni e mortificazioni quasi ogni giorno. Più giovane di lei di 13 anni l’ha trattata come una serva sostenendo che «la donna deve fare quello che dice l’uomo, deve cucinare e servire». Obbligata ad avere rapporti sessuali e minacciata. E in un’occasione, dopo aver cercato di colpirla con un ventilatore, per evitare che si rifugiasse dalla vicina di casa le aveva portato via le chiavi della macchina, quelle di casa e il cellulare. Dicendole che sarebbe uscita solo se andava a letto con lui.

Le violenze

Quattro episodi di violenza sessuale (di cui una tentata) ai quali si aggiunge l’accusa di maltrattamenti sono i reati contestati a un uomo di 32 anni nato in Nigeria, attualmente in carcere per questi comportamenti che ieri è stato rinviato a giudizio dal gup Paola Vacca. Difeso da Veronica Benedetti Vallenari comparirà in giugno davanti al collegio presieduto da Raffaele Ferraro, in aula anche la ex compagna, nata in Repubblica Domenicana nel 1978: sarà parte civile con l’avvocato Sara Barbesi.

«Non ho paura di niente»

Iniziò nel novembre 2022 a insultarla perché fumava, perché sosteneva che frequentasse altri uomini e che si drogasse.

Era diventato un ospite sgradito al punto che lei gli aveva detto di andarsene. Non solo non lo fece ma incominciò a diventare violento e a obbligarla ad avere rapporti con lui. Durante una lite lei si rifugiò in camera della figlia e a quel punto, dopo aver sfondato la porta con un calcio, le puntò contro due forchette, la trascinò in stanza da letto e abusò di lei. «Ti ammazzo. Non ho paura di andare in galera perché ho attraversato il Mediterraneo e ho visto cose brutte».

Sosteneva di aver pagato gli affitti e voleva la restituzione del denaro dicendo che altrimenti sarebbe diventato «un demonio».

Violenza fisica e verbale, è un giovane prestante, non fece fatica a sovrastarla e ad obbligarla a subire. In un’occasione lei per difendersi gli diede un morso sul petto e fu l’unica volta che il trentenne non abusò di lei. Ma in altre occasioni non riuscì a evitarlo: le strappava gli abiti e la biancheria intima, perché almeno una volta a settimana pretendeva rapporti, nell’aprile 2023 le strinse le mani intorno al collo. Lei in agosto, spaventata e stanca di subire, lo denunciò.

L’ordinanza di custodia fu emessa il 31 agosto e il 1° settembre venne arrestato. È in carcere da allora. 

Fabiana Marcolini

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