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Al Saval

Clochard anziani ospiti accanto all'asilo? Scoppia la polemica

La Caritas che ha chiesto al parroco di Santa Maria Regina, al Saval (Verona), gli spazi inutilizzati accanto alla scuola dell'infanzia per ospitare una decina di senzatetto anziani.
L’asilo La parrocchia di Santa Maria Regina ospita la scuola dell’infanzia. In uno spazio adiacente la Caritas vuole mettere anziani clochard
L’asilo La parrocchia di Santa Maria Regina ospita la scuola dell’infanzia. In uno spazio adiacente la Caritas vuole mettere anziani clochard
L’asilo La parrocchia di Santa Maria Regina ospita la scuola dell’infanzia. In uno spazio adiacente la Caritas vuole mettere anziani clochard
L’asilo La parrocchia di Santa Maria Regina ospita la scuola dell’infanzia. In uno spazio adiacente la Caritas vuole mettere anziani clochard

Da una parte le mamme dei bambini che frequentano l’asilo. Dall’altra la Caritas che ha chiesto al parroco di Santa Maria Regina, al Saval (Verona), gli spazi inutilizzati per ospitare una decina di senzatetto anziani. E la questione, sta creando una tensione non indifferente.

Le riunioni si sono susseguite ed un’altra è prevista per stasera. Sarà quella decisiva? Le mamme dei bimbi sembrano essere decise a non volerne sentir parlare. Don Michele Zamperlini, il parroco, sta in mezzo, da una parte ha i suoi parrocchiani da accontentare, dall’altra ha la Caritas che chiede un gesto di carità.

Una realtà in cui convivono scuola e parrocchia

Durante i primi anni ’50 è sorta la chiesa di Santa Maria Regina. Adiacente all’ edificio adibito al culto, è stata edificata la Scuola paritaria dell’infanzia per opera dell’istituto religioso “Piccole suore della Sacra famiglia”. Dal 1994 la scuola Santa Maria Regina, è gestita da un’Associazione di genitori, come ente privato senza Personalità giuridica che non persegue fini di lucro.

Nel 2013 la parrocchia Santa Maria Regina ha acquistato lo stabile e lo ha dato in gestione al Comitato. Oggi la scuola è frequentata in prevalenza da bambini residenti nel quartiere le cui famiglie, condividendone i valori, intendono assicurare loro un ambiente cristianamente ispirato, sereno e familiare.

«Non ci sembra che anziani clochard e bambini possano convivere. Non è una situazione adatta e siamo molto preoccupati», dicono i genitori che hanno alzato gli scudi, facendo diventare le loro chat roventi, «se queste persone molestassero i nostri figli? E se si ubriacassero creando disagi e diventando violenti? Noi dobbiamo preservare la serenità dei nostri bimbi».

Nessun accordo definitivo

«Di definitivo non c’è ancora nulla. Ne parleremo e ne abbiamo già parlato. La Caritas ci ha chiesto al disponibilità dell’appartamento, che tempo addietro doveva essere dato per l’accoglienza degli ucraini. Tengo a precisare che non ci sarebbe contatto tra i nuovi ospiti, che dovrebbero essere una decina e i bambini. La Caritas pagherebbe le utenze e le spese, non grava nulla sulla parrocchia. Non sto sottovalutando le preoccupazioni dei parrocchiani», aggiunge don Michele, «le ho ben presenti, tuttavia dobbiamo mettere sul piatto della bilancia sia la preoccupazione che l’accoglienza. Ma di certo di deciso non c’è ancora nulla».

È ben più determinato don Gino Zampieri, direttore della Caritas: «Un conto è la preoccupazione, un conto la ragionevolezza. Credo si tratti soltanto di emotività. Io stesso ho parlato con i parrocchiani durante una messa», dice don Gino, «si tratta di persone settantenni che soprattutto d’inverno non possono andare in un dormitorio che poi di giorno non può essere frequentato. Sono anziani che hanno bisogno di restare al caldo. In questo modo al Samaritano si libererebbero i posti che possiamo dare a qualcuno in emergenza. Non capisco dove stia il problema per le mamme ed i bambini, le due parti non sono comunicanti, non c’è possibilità di incontro».

E conclude: «Mi stupisce davvero che nell’eventualità questi nonni si sedessero sulle panchine creerebbero un qualsiasi tipo di disturbo. Sono persone che conosciamo da anni, non possiamo e non vogliamo mandare sconosciuti o persone che non frequentano il Samaritano da tempo. Le mamme hanno reagito con la pancia. Quell’area della parrocchia non viene utilizzata, e a questi anziani servirebbe, non c’è alcuna possibilità di contatto tra le due realtà, inoltre non si può impedire alla parrocchia di essere parrocchia. Anche l’asilo viene ospitato, quindi non vedo per quale ragione non possano essere ospitati degli anziani, che l’unica sensazione che possono avere, vedendo dei bambini è il rammarico di non essere diventati a loro volta nonni», conclude il direttore Zampieri.

Alessandra Vaccari

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