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La città e i suoi tesori

Mura e bastioni a rischio crolli: c'è un maxipiano per salvarli

Il Comune ha mappato i 17 punti critici in cui intervenire sulla cinta, fino al ponte di Castelvecchio e alle porte Bissoli: «La priorità è togliere la vegetazione infestante. Stanzieremo maggiori fondi, ma servirà più personale»
Massi crollati in via Porta Catena
Massi crollati in via Porta Catena
Mura e bastioni a rischio crolli (Marchiori)

Da vari tratti di mura magistrali ai bastioni fino alle porte, al ponte di Castelvecchio: sono una ventina i siti e manufatti antichi nel territorio comunale in stato di parziale degrado, in alcuni punti crollati, che necessitano di interventi di manutenzione per garantire la sicurezza e poi di conservazione. Anzitutto estirpando piante rampicanti tra mattoni e pietre, che minano la stabilità delle costruzioni.

Ed è questo l’obiettivo dell’Amministrazione comunale: un maxipiano di manutenzione - sulla base di una relazione seguita a sopralluoghi - che passa in esame 17 siti i quali richiedono prima, però, lavori a breve. Da finanziare di più e in maniera costante, ogni anno: a bilancio per la rimozione del verde dai paramenti murari ora sono previsti trentamila euro l’anno. E va previsto un aumento del personale comunale dedicato. Per i maxiinterventi poi serviranno decine di milioni.

Patrimonio Unesco

La cinta - patrimonio Unesco - ha parti romane, scaligere, viscontee, veneziane ad asburgiche. Una stratificazione storica che ne fa un unicum mondiale. Con annesse anche aree di verde pubblico con torri, rondelle, bastioni, fossati, rivellini, terrapieni, anche esternamente al centro storico, con 31 forti e uno sviluppo di oltre dieci chilometri. E una superficie di quasi cento ettari.

I fronti aperti

Le mura sono in parte già passate di proprietà dal demanio statale al Comune - grazie al federalismo demaniale - e in parte sono ancora in concessione a quest’ultimo e quindi, grazie all’accordo di valorizzazione del 2012 tra ministero dei Beni culturali, Agenzia del Demanio e Comune, da conservare e mettere in sicurezza.

Non si parte da zero, visto che negli anni scorsi il Comune è sempre intervenuto e, come emerge dallo studio, i punti con crolli sono sotto stretta osservazioni e delimitati con transenne, nastri, reti da cantiere o pannelli anticaduta sassi. Ora, però, serve una cura “strong” e urgente.

 

 

 

Ma quali sono le zone critiche? La relazione degli uffici dell’edilizia monumentale parte dalle mura viscontee in via degli Alpini - nel muro a fianco della Gran Guardia, in Largo Divisione Pasubio e via Pallone, zona di intenso passaggio di pedoni, dove sono già caduti mattoni e calcinacci. Un altro punto è il bastione dei Riformati, in zona Porta Nuova, circonvallazione Oriani e via Dal Cero, dove sono crollati pezzi di mura. A Porta Palio sono tra l’altro da prevedere la sistemazione dei muri di contenimento del fossato. Altri distacchi nel Cavaliere di San Giuseppe, in circonvallazione Maroncelli.

Quindi al Bastione di San Zeno, dove pure si sta intervenendo per manutenzioni, nell’ambito del progetto di Parco delle mura. Altri lavori già programmati al Bastione di San Procolo, pure da sistemare, nella cinta di destra Adige in viale Colombo e in via Da Vico. Crolli, dovuti come in molti altri casi alla vegetazione infestante, che mette a rischio la tenuta dei muri, al Bastione di Spagna in via Porta Catena e Porta Fura, come del resto sulle mura del ponte di Castelvecchio, in corrispondenza della galleria, a metà.

I crolli

Delimitato, dopo crolli, il tratto tra via Nievo, tra la breccia San Giorgio e la rondella di San Giorgio, al confine con la scuola Catullo. S’interverrà per manutenzioni anche dalla Rondella delle Boccare, a Santo Stefano, mentre sono già stati progettate opere di rilievo nella cinta sulle Torricelle zona Castel San Pietro, in via Castel San Felice e anche in via San Zeno in Monte. Altri nodi in via Porta Organa, a Veronetta, vicino a piazza Isolo, nella cinta in salita San Sepolcro, via Caroto e via Barana, nel bastione Campo Marzo, e nelle Fornici della cinta in viale Università.

Da dove partire

«L’aspetto più urgente, come ho relazionato alla Giunta riguardo il degrado delle mura, è rimuovere la vegetazione infestante che si insinua tra mattoni e pietre e mette la rischio le mura e le strutture», dice la vicesindaca e assessora all’edilizia monumentale Barbara Bissoli. «Ed è un intervento molto delicato, da svolgere con cautela proprio per evitare ulteriore danni. Andranno stanziate quindi a bilancio risorse maggiori, ogni anno, rispetto a quanto fatto finora. E contiamo già di farlo con l’avanzo di amministrazione 2024», aggiunge.

«Servirà anche maggiore personale. A tutto questo dovranno seguire i grandi interventi di restauro conservativo».
Ma quanti soldi serviranno per i restauri conservativi, dopo manutenzioni del verde e messa in sicurezza? La stima è in corso. Comunque, dice uno studio del 2016 per il restauro del solo fronte meridionale delle mura, svolto dal Comune, per nove interventi servivano 53 milioni. Si dovrà dunque attingere, conclude la Bissoli, anche da fondi europei. Per curare le mura, le perle di Verona. 

Enrico Giardini

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