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Dopo l'attacco a Mosca

Terrorismo, si alza l’allerta in Italia. Il prefetto: «Arena più sorvegliata»

Martino: «Ci sono conflitti in corso, siamo ai limiti dell’attenzione alta. Ulteriore sensibilità nei controlli anche in vista degli eventi: vertice Italia-Cina, visita del Papa». Il questore: «Monitorare i carcerati i radicalizzati»
Potenziamento dei controlli. Il Viminale ieri ha diramato una nota con l’innalzamento dei controlli nei luoghi di aggregazione tra cui teatri e centri commerciali
Potenziamento dei controlli. Il Viminale ieri ha diramato una nota con l’innalzamento dei controlli nei luoghi di aggregazione tra cui teatri e centri commerciali
Potenziamento dei controlli. Il Viminale ieri ha diramato una nota con l’innalzamento dei controlli nei luoghi di aggregazione tra cui teatri e centri commerciali
Potenziamento dei controlli. Il Viminale ieri ha diramato una nota con l’innalzamento dei controlli nei luoghi di aggregazione tra cui teatri e centri commerciali

«Alzeremo il livello di attenzione nei luoghi di spettacolo pubblico, come i teatri e l’Arena, seguendo anche eventuali indicazioni che arriveranno a livello centrale». Il giorno dopo l’attentato alla Crocus city hall di Mosca, che ha provocato oltre 140 morti e centinaia di feriti, il Viminale dirama la nota per alzare la soglia di attenzione in Italia, dove l’allerta, come sottolinea il prefetto Demetrio Martino era già alta fin da dopo l’inizio del conflitto russo-ucraino e quello israelo-palestinese.

«Rispetto al pericolo terrorismo è già da tempo che abbiamo alzato il livello di attenzione e quindi non è che questo evento, almeno al momento, produca un rischio specifico nella provincia di Verona. Sensibilizzeremo ulteriormente gli operatori che si occupano dei servizi nei vari ambiti, dal controllo, alle attività info-investigative», spiega il massimo rappresentante di Governo sul territorio.

«Se dovessero arrivare elementi, anche dalle autorità centrali che ci indicano la necessità di aumentare ulteriormente il livello, ci adegueremo alle indicazioni che arriveranno. Noi non siamo allo stato zero e passiamo a quello successivo. Abbiamo una guerra alle porte dell’Europa, un altro conflitto tra Israele e Palestina e siamo già ai limiti dell’attenzione alta», aggiunge il prefetto.

In attesa del Papa e del vertice Italia-Cina

Dopo il G7, in vista della visita del Papa a maggio, Verona ospita a metà aprile il vertice Italia-Cina: «Avevamo già la massima attenzione anche due giorni fa. Se dovessero esserci elementi valutati, a livello nazionale, per rischi localizzati a Verona o a livello di Paese ci adegueremo. Seguiamo l’evolvere delle situazioni costantemente. Non ho elementi per dire che Verona dopo l’attentato a Mosca abbia un livello di rischio diverso da quello che aveva prima», conclude il prefetto.

Nelle more dell’attesa delle decisioni del Viminale, già venerdì notte a Verona il questore aveva fatto partire le schede Coc (centro operativo comunicazioni) a tutte le pattuglie. «Già venerdì notte abbiamo aperto una scheda Cot, cioè di allertamento a tutte le pattuglie sul territorio che poi viene estesa alle sale operative delle forze di polizia per allertare sui luoghi di ritrovo, assembramento, centri commerciali, eventuali spettacoli sul territorio e via discorrendo», spiega il questore Roberto Massucci, «nel frattempo è arrivata la nota di allertamento del Viminale, che dice la stessa cosa. Quando si verifica un evento che potenzialmente mette a rischio la sicurezza nazionale si attivano analisi di Intelligence per capire se ci sia un rischio specifico per il Paese, al momento non ci viene indicato, neanche di genere, ciò su un luogo specifico», spiega Massucci, «resta il fatto come detto che non siamo scesi dall’allerta due, che è nel gergo della prevenzione antiterrorismo il gradino immediatamente sotto l’attacco. Siamo ad un livello antiterrorismo elevato. Non significa che ci siano minacce specifiche concrete, dobbiamo aspettare le analisi che l’Intelligence ed i sistemi di sicurezza nazionale faranno nei prossimi giorni».

E aggiunge: «Dal punto di vista operativo, non essendo mai cambiata l’allerta terrorismo, tutti i nostri sistemi erano già di massima allerta, sia quelli informativi che operativi di controllo delle zone, lo stesso piano sicurezza del G7 non era un piano normale, bensì un piano tarato sull’allerta due». E chiude Massucci: «In queste situazioni, in cui in assenza di azioni specifiche bisogna allargare il più possibile il campo della prevenzione, implementiamo l’attività informativa su soggetti border line, persone che potrebbero subire il fascino della formazione terroristica e avere attivazioni psicologiche. Un lavoro di questo tipo lo facciamo con le comunità carcerarie dove ci possono essere soggetti radicalizzati che sono semplicemente di quella religione e che con la mediaticità degli eventi diventano possibili veicoli».

Alessandra Vaccari

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