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Dopo l&#39;incidente tra Dolcè e Peri

Una curva si porta via Alice
«Campionessa e sognatrice»

Stella assoluta del tamburello, nonostante una grave patologia «Persona speciale, un esempio». Era a un passo dalla laurea
Per Alice Magnani 13 scudetti e 2 coppe Italia. Giocava in nazionale
Per Alice Magnani 13 scudetti e 2 coppe Italia. Giocava in nazionale
Per Alice Magnani 13 scudetti e 2 coppe Italia. Giocava in nazionale
Per Alice Magnani 13 scudetti e 2 coppe Italia. Giocava in nazionale

«Da grande voglio spianare il meleto di papà e costruirci un centro riabiltativo», annunciava da piccola con il suo sorriso spensierato. Ad Alice Magnani piaceva sognare. A volte in modo esagerato, ingenuo. Ma spesso, alla fine, erano gli altri a restare a bocca aperta. Perché lei dove voleva arrivare, arrivava. A sette anni le era stata diagnosticata una grave patologia: artrite reumatoide cronica. Il tamburello, con quel campo proprio sotto casa sua a Segno, in Trentino, le era già entrato nel cuore. «Ma non riuscirai più a giocare», le avevano detto i medici. Si sbagliavano: Alice sarebbe diventata una stella di quello sport, nonostante le iniezioni, le pastiglie di cortisone, gli esami periodici a Padova. A 22 aveva vinto 13 scudetti giovanili ed era diventata campionessa mondiale indoor. Il presidente del Coni Giovanni Malagò tre mesi fa le aveva consegnato la medaglia d'oro al valore atletico. I suoi sogni si sono interrotti giovedì sera su una semicurva fra Peri e Dolcè: secondo i rilievi dei carabinieri di Caprino avrebbe perso il controllo della sua Hyundai andando a sbattere frontalmente contro una Bmw che viaggiava sul lato opposto della strada. Alice tornava dall'allenamento con la sua ultima squadra, il Sabbionara, e stava tornando a Verona, dove studiava Scienze neurologiche e del movimento. Perché è pacifico: lei quel centro l'avrebbe costruito davvero.
I SOGNI DI ALICE. Alice Magnani era una bellissima ragazza. «E una bellissima persona», racconta chi l'ha conosciuta da vicino. Viveva a Borgo Venezia assieme ad altri studenti (a Verona abita anche la sorella), quello di iscriversi a Scienze motorie era stato uno dei suoi tanti pallini. Le mancava soltanto la tesi. Allegra, vivace, solare, «una ventata di positività». Che si è spenta all'improvviso, lasciando in un dolore straziante i suoi familiari. Sul profilo Facebook di Alice una citazione del film «The time machine»: «Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo. Alcune ci riportano indietro, e si chiamano ricordi. Alcune ci portano avanti, e si chiamano sogni». Faceva volontariato aiutando i senzatetto, era diventata testimonial de «Il Volo», associazione trentina che raggruppa genitori di bambini affetti da patologie reumatiche. Negli anni aveva imparato ad affrontare una malattia che continuava a peggiorare. E la sua caparbietà cresceva sempre un po' di più del dolore che provava.
«ERA UN MODELLO». Ed è per questo che Alice era diventata un simbolo. Capace di misurarsi ad alti livelli nonostante le difficoltà fisiche. Non solo: spesso, giocava meglio di tutte le altre. Nathalie Illesca è stata sua compagna di squadra a Palazzolo: «Siamo tutte distrutte. Alice era una vera campionessa, un modello. La sua grinta era incredibile, combatteva contro la malattia e vederla giocare era uno spettacolo». Le volevano bene in campo, le volevano bene anche fuori: «Faceva ridere tutti, riusciva sempre a tirare fuori un sorriso». Il dolore unisce l'Italia del tamburello, da Santa Giusta (in Sardegna, dove ha giocato vincendo la Coppa Europa) al Trentino. Flora Giacopuzzi, del comitato provinciale veronese, ricorda: «Fin da piccola era una di casa, veniva da noi a San Pietro in Cariano a comprarsi il tamburello. Una persona eccezionale». «Per lei questo sport era sacro», spiega il consigliere federale Sergio Zantedeschi, «quando c'era da fare qualche iniziativa con i bambini nelle scuole mollava tutto e correva a darci una mano». L'incontro di domani fra le squadre maschili del Cavaion e del Sabbionara è stato posticipato: per tutto il fine settimana sui campi verrà osservato un minuto di silenzio per ricordarla. Domani pomeriggio l'ultimo saluto ad Alice nella chiesa di Segno, poco distante da quel rettangolo di terra rossa che aveva acceso i suoi sogni.

Riccardo Verzè

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