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Al voto l'8 e il 9 giugno

Terzo mandato e possibili candidature: è braccio di ferro nel centrodestra

L’ipotesi di Zaia ancora in pista si allontana, con FdI e Fi contrarie. Europee 2024: ritenta Borchia, i nomi di Polato, Tosi, Rotta
Zaia e Salvini alla fine di dicembre all’inaugurazione della Pedemontana
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Nomi, trattative, strategie. La politica è in fermento. Il 2025, anno delle elezioni regionali in Veneto e in altre otto Regioni, grava sul 2024, quando a primavera si voterà per le elezioni europee e amministrative (l'8 e il 9 giugno). Nel Veronese cadranno in 48 Comuni, sui 98 tra città e provincia.

Quest’anno però è in programma anche il voto delle regionali in Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Piemonte e Umbria. E c’è il braccio di ferro nel centrodestra nazionale sulle candidature alla presidenza, partendo dal caso Sardegna, dove Fratelli d’Italia della presidente del Consiglio Giorgia Meloni va avanti lanciando Paolo Truzzu, mentre la Lega e il Partito Sardo d’Azione non mollano sull’uscente Christian Solinas.

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Il nodo irrisolto

Con un nodo non sciolto: il possibile terzo mandato per i presidente in carica, che coinvolgerà anche il Veneto. Tutte queste partite, imminenti e future, sono legate. La trattativa sulla Sardegna tocca altre questioni. Come il limite dei due mandati, appunto, che impedisce ai presidenti di Regione di candidarsi per un terzo giro.

La Lega, per abolirlo, ha presentato anche una proposta di legge, per permettere una conferma in Veneto di Luca Zaia, alle regionali del 2025. Per lui, eletto per la prima volta nel 2010 - e il Veneto ha recepito nel 2012 la legge su massimo due mandati, senza valore per quello in scorso - sarebbe però il quarto.

FdI però, contraria al terzo mandato, rivendica la poltrona, essendo il primo partito in Italia e in Veneto: un terzo dei voti, alle politiche 2022. E tra i nomi che girano c’è quello del senatore Luca De Carlo, sindaco di Calalzo di Cadore e coordinatore regionale di FdI. Ma anche quello di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy.

Forza Italia, guidata in Veneto dal deputato scaligero Flavio Tosi, è contraria. «Nel programma di governo non c’è il tema del secondo, terzo, quarto mandato», ha detto il vicepresidente del Consiglio e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani. «Il Parlamento è sovrano, ma non sono entusiasta dell’idea di cambiare la legge per consentire il terzo mandato».

La riforma permetterebbe la ricandidatura dei presidenti in otto regioni al voto dal 2025 in poi: Campania, Puglia, Liguria, Emilia Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e appunto Veneto. E aprirebbe un fronte di scontro anche nel centrosinistra, specie nel Pd: i presidenti targati Pd spingono per abolire il limite dei due, mentre la segretaria Elly Schlein non ha fretta di cambiare le regole.

In pista

Negli ambienti politici veneti e non solo, peraltro, viene dato come improbabile che si arrivi al terzo mandato. Comunque, occhi puntati sulle europee. Dove si vota con il sistema proporzionale, indicando massimo tre preferenze. Un test sul peso dei partiti, anche in vista di successive battaglie, come appunto le regionali 2025.

Sul fronte veronese - nel Collegio Nord Est, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, in cui si eleggono 14 eurodeputati - sarà ancora in pista l’eurodeputato uscente Paolo Borchia, della Lega, di cui è segretario provinciale. Per Fratelli d’Italia quasi certa la candidatura di Daniele Polato, consigliere regionale e capogruppo in Comune. Per Forza Italia Flavio Tosi. Nel Pd Alessia Rotta, consigliera comunale e segretaria cittadina, già deputata. Degli uscenti, veronesi, pur non eletta nel Nord Est, c’è anche Cinzia Bonfrisco, della Lega.

Enrico Giardini

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