<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La responsabile di Malattie infettive

Tacconelli: «Reparto pieno di pazienti ma non li curiamo per il Covid. Il virus non è più un pericolo per chi è sano»

Evelina Tacconelli, direttrice dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive
Evelina Tacconelli, direttrice dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive
Evelina Tacconelli, direttrice dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive
Evelina Tacconelli, direttrice dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive

Sono 1.283 i nuovi casi di positività al Covid registrati nelle ultime 24 ore a Verona e provincia, mentre i veronesi attualmente positivi sfiorano i 10mila. Numeri che impensieriscono, mentre il virus con le sue mutazioni sembra aver preso in contropiede persino gli infettivologi in un periodo – l’estate – in cui nei due anni precedenti la curva pandemica si era ridotta spontaneamente ai minimi termini. Ma siamo davvero di fronte ad una nuova ondata? Dobbiamo allarmarci di fronte a questo elevato numero di casi? Lo abbiamo chiesto ad Evelina Tacconelli, direttrice dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata.

Professoressa, vi aspettavate questa esplosione di casi?

Innanzitutto dovremmo intenderci sui termini: nelle prime ondate parlando di «caso» intendevamo una malattia severa. Oggi invece siamo di fronte a pazienti con Covid che potremmo definire accidentale. Per chi si reca al pronto soccorso per altre problematiche, da una caduta a un’appendicite, a un infarto, in Italia - a differenza di altre realtà come l’Olanda - è ancora obbligatorio lo screening. Ed è solo così, nella maggior parte dei casi, che oggi viene rilevata la positività.

Il report odierno della Regione Veneto, però, riporta 25 ricoverati in area non critica a Borgo Roma e 21 a Borgo Trento. Sui livelli di fine dicembre, nonostante la bella stagione...

Vero, ad oggi il reparto di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera è pieno di pazienti positivi, ma di fatto non li stiamo trattando per il Covid e questa è una differenza enorme. Se non fossero positivi, sarebbero in altri reparti come geriatria, visto che molti di loro sono anziani con problemi di disidratazione o Alzheimer. Per non diffondere il contagio tra gli altri pazienti, li teniamo qui.

A proposito di termini da rivedere, in questo caso è corretto parlare di una nuova ondata estiva?

Più che di ondata di casi, parlerei di ondata di tamponi positivi, che sono al livello della prima e della seconda ondata. Ma, a differenza di allora, non hanno impatto sulla mortalità.

Una riacutizzazione del virus che è stata anche favorita dallo stop all’obbligo di mascherina deciso per il 15 giugno. Ritiene che sia stato troppo affrettato?

Non direi, stiamo parlando di una malattia che oggi non ha impatto sul sistema ospedaliero e sulla popolazione sana. Se però tra qualche mese dovessimo vedere i pazienti fragili tornare a riempire gli ospedali, dovremo essere pronti a ristabilire l’obbligo. Ma ora anche per queste fasce più deboli siamo in grado di giocare d’anticipo.

Come?

Oggi disponiamo di diversi tipi di terapie precoci con cui possiamo trattare i pazienti anche a domicilio, purché si intervenga nei primi tre giorni. Il consiglio è che le persone, appena compaiono i sintomi, procedano al tampone e in caso di positività si rivolgano al proprio medico di medicina generale, che può prescrivere antivirali in compresse per cinque giorni, mentre qui all’ambulatorio di Malattie Infettive (per informazioni 045.81267902, ndr) possiamo procedere a un’infusione di anticorpi monoclonali: terapie che ci consentono di ridurre del 98 per cento il rischio di ospedalizzazione.

 

Leggi anche
Covid, centinaia i contagiati «fantasma» negativi per i test fai-da-te o non dichiarati

 

Per quanto riguarda la quarta dose di vaccino, già consigliata a fragili e anziani, andrebbe programmata anche per le altre categorie?

Per la popolazione non fragile non serve correre, avremo tutto il tempo a fine estate di verificare i dati basati sull’evidenza scientifica.

E per l’autunno si può già azzardare qualche previsione sull’andamento del virus?

È ancora presto, quel che è certo è che a differenza degli anni passati ora disponiamo di tanti farmaci assolutamente efficaci e possiamo permetterci di vivere con più serenità. 

Elisa Pasetto

Suggerimenti