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Sboarina e l'Espresso

«Sulla mia casa un caso ignobile, chiederò i danni. E se dovesse accadere qualcosa alla mia famiglia...»

Il sindaco di Verona Federico Sboarina
Il sindaco di Verona Federico Sboarina
Il sindaco di Verona Federico Sboarina
Il sindaco di Verona Federico Sboarina

Il sindaco di Verona Federico Sboarina annuncia di voler chiedere i danni, parlando di «vicenda ignobile» quanto all’articolo del settimanale “L’Espresso” della scorsa settimana.

Il quale riferisce dell’acquisto della sua casa in centro storico a un prezzo dimezzato - 450mila euro - rispetto al valore iniziale di quasi un milione, inizialmente sceso a 630mila euro e poi a 450mila dopo intermediazioni tra una banca, un imprenditore, una società, un immobiliare e un avvocato suo collega di studio. Alludendo dunque a presunto canale privilegiato vista la sua notorietà.

Sboarina, avvocato, ha parlato del caso ieri in Consiglio comunale - in videconferenza - con una comunicazione. Ha contestato che la vendita della sua abitazione, di 190 metri quadrati, sia avvenuta a metà prezzo. «Non è vero», ha detto. «Il rogito è stato firmato il 23 novembre 2016. Non ero sindaco: ero un privato cittadino, nemmeno candidato sindaco», ha replicato. «Con il rogito ho comprato da una società immobiliare di proprietà della coppia di venditori una casa del valore stimato di 630mila euro come prima casa, accollandomi il mutuo che già esisteva sul bene. Il valore della casa è stato determinato sulla base dei valori della zona, come dice lo stesso giornale».

Un altro punto contestato da Sboarina è quello secondo il quale la coppia di venditori della casa sarebbe stata in difficoltà economica. «Non è vero. I venditori sono due operatori del settore immobiliare attivi nel campo dell’intermediazione. Immagino prima della crisi del 2008», ha aggiunto, «hanno avuto da Unicredit un finanziamento per oltre 16 milioni, per l’acquisto di una serie di immobili. Fino al 2016 Unicredit non ha mai chiesto la restituzione dei finanziamenti, né esegue nei loro confronti e delle loro società alcuna esecuzione. A ottobre 2016», ha proseguito, «Unicredit cede questi crediti deteriorati alla società di cartolarizzazione SPV Project Srl - soggetta al controllo della Banca d’Italia - che stando a quanto riporta L’Espresso paga a Unicredit 3,1 milioni e che con le cartolarizzazioni fino a 4,8 milioni azzera il debito di 16 milioni, esdebitando la coppia delle somme non onorate».

Il sindaco ha poi sottolineato che «dalla operazione di cartolarizzazione ho acquistato un immobile del patrimonio pignorato che era da finire e invenduto da alcuni anni, non era la casa in cui viveva la coppia di immobiliaristi. L’operazione d’acquisto è avvenuta al prezzo stabilito, equilibrato, ma sicuramente vantaggioso. E successivamente all’acquisizione ho trattato direttamente con SPV la mia posizione per adempiere al debito accollato, attraverso una normale procedura di saldo-stralcio».

Quanto al rifacimento della piazza davanti all’appartamento del sindaco, di cui si parla, Sboarina afferma che «non c’è niente di strano nella riqualificazione, ma proprio perché è davanti alla mia casa non ho partecipato a nessuna fase decisionale sull’intervento. Infatti, per chi ha sostenuto il contrario, c’è stata una richiesta di rinvio a giudizio per diffamazione sulla base della documentazione e degli atti amministrativi depositati in Procura». Il sindaco poi rincara la dose quanto parla di «spazzatura politica. Questa non è la mia politica e nemmeno il mio modo di fare. A qualche consigliere comunale che ha parlato di etica, chiedo espressamente dov’è finita e se questa modalità fa parte della sua etica politica. Della mia certamente no, e lo dimostro quotidianamente nella professione oltre che nel mandato amministrativo».

Sboarina ha detto dunque di voler «chiedere i danni per tutelare la mia onorabilità e anche il mio collega di studio agirà di conseguenza». Ma va oltre, chiudendo la sua comunicazione, quando dice «che da qualche giorno vedo sotto casa mia sconosciuti che si chiedono se sia questa la casa del sindaco. Ebbene, se dovesse accadere qualcosa a me e ai miei familiari, ne chiederò conto».

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