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l'inchiesta

Stella crollata in Arena, gli indagati salgono a 12. Il giudice: «Rimuoverla prima possibile»

Primo sopralluogo del perito che dovrà ricostruire la dinamica e le cause del cedimento. Il deposito della consulenza tra 90 giorni. L’accusa è di aver danneggiato in modo irreversibile un’intera gradinata
Il sopralluogo è stato condotto in piazza Bra e in Arena (Marchiori)
Il sopralluogo è stato condotto in piazza Bra e in Arena (Marchiori)
Stella crollata, sopralluogo del perito (Marchiori)

Primo sopralluogo in Arena, ieri pomeriggio, del nuovo perito incaricato di far luce sulla dinamica e sulle cause dell’incidente del 23 gennaio, che ha portato al crollo della coda della Stella di Natale. Presto l’anfiteatro potrebbe tornare finalmente libero e accessibile in tutte le sue parti, anche in vista della stagione dei concerti ormai alle porte. Ieri mattina (5 aprile) si è svolto, infatti, l’incidente probatorio davanti al giudice per le indagini preliminari Maria Cecilia Vitolla, che ha conferito l’incarico per la perizia ad Alessandro Grazzini, ingegnere di Torino.

Un’udienza partecipata, che ha visto presenti gli avvocati di tutti gli indagati, che nel frattempo sono saliti da dieci, com’era noto nelle scorse settimane, a dodici, oltre alla vicesindaca Barbara Bissoli e all’avvocatura civica in rappresentanza del Comune, che è parte offesa. Sono diversi i quesiti a cui dovrà rispondere il consulente tecnico d’ufficio.

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L'obiettivo della perizia

In particolare, il perito dovrà verificare «se siano riscontrabili o meno vizi o anomalie del profilo conservativo della Stella», se ci siano state «carenze o omissioni nella gestione ed esecuzione dell’operazione di smontaggio, con particolare riferimento alla selezione delle imprese coinvolte». E ancora. La perizia dovrà «accertare l’esistenza e idoneità di eventuali elaborati tecnici e progettuali per le operazioni di montaggio e smontaggio e verificare se le operazioni di smontaggio si siano svolte adottando cautele adeguate e proporzionate alla tutela monumentale dell’Arena».

Il consulente tecnico d’ufficio si è preso 90 giorni di tempo per rispondere a tutti questi quesiti. Ma, con tutta probabilità, i sigilli verranno rimossi prima.

La rimozione dei sigilli

Ieri, infatti, il giudice Vitolla ha sollecitato la liberazione dell’area nel più breve tempo possibile, proprio per non creare ulteriori disagi alla città, dal momento che già il 25 aprile è in programma il primo dei numerosi eventi della stagione extralirica, il concerto del rapper Lazza. Alla fine del sopralluogo, la vicesindaca Bissoli ha così commentato: «Siamo soddisfatti del lavoro svolto a tempo di record. Ragionevolmente, il perito del Tribunale relazionerà nelle prossime ore l’autorità giudiziaria al fine della liberazione dell’anfiteatro dal sequestro giudiziale, che confidiamo possa avvenire quanto prima».

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L'inchiesta e le accuse

Ma le novità dell’inchiesta sulla Stella di Natale precipitata non finiscono qui. È aumentato il numero di persone iscritte sul registro degli indagati dal pubblico ministero Alberto Sergi, titolare del fascicolo e ieri presente al sopralluogo. Non sono più dieci, ma dodici. Nei guai sono finiti gli operai che si sono occupati delle operazioni di smontaggio della Stella cometa, dipendenti delle ditte Scaligera Service srl, fornitrice della gru, e Metal System srl, società appaltatrice, oltre al responsabile di cantiere, al direttore dei lavori, ai vertici della Fondazione Verona per L’Arena che da sempre si occupa dell’installazione della Stella di Natale sull’Arena e ai tecnici del Comune, proprietario dell’anfiteatro.

L’accusa, per tutti, è quella di «aver danneggiato in modo irreversibile un’intera gradinata dell’anfiteatro Arena», a causa del «diffuso sbriciolamento degli spigoli di numerosi gradoni».

Durante le operazioni di smontaggio dell’archiscultura Stella di Natale, che pesa la bellezza di 70 tonnellate, la parte terminale della coda, che era stata sollevata in quota attraverso la gru, è caduta nel vuoto, andando a colpire i gradoni più alti dell’anfiteatro, da dov’è precipitata, fino alla platea.

Gli operai che si sono occupati delle operazioni di smontaggio sono accusati di non aver eseguito il lavoro a regola d’arte. I responsabili di cantiere non avrebbero vigilato adeguatamente. Il titolare dell’azienda appaltatrice non avrebbe fornito adeguata formazione ai dipendenti. E ancora. Non ci sarebbe stata una selezione accurata dell’impresa appaltatrice e i tecnici del Comune, per l’accusa, avrebbero omesso un’adeguata attività di tutela di un bene di incommensurabile valore.

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Manuela Trevisani

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