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Stazione, l’arresto in 8 minuti
«Città sicura, siamo presenti»

Poliziotti e finanzieri nel piazzale davanti alla stazione di Porta Nuova
Poliziotti e finanzieri nel piazzale davanti alla stazione di Porta Nuova
Poliziotti e finanzieri nel piazzale davanti alla stazione di Porta Nuova
Poliziotti e finanzieri nel piazzale davanti alla stazione di Porta Nuova

«In otto minuti l’aggressore è stato fermato e l’intervento si è concluso: significa che ci siamo, che siamo presenti». Smorza ogni allarmismo, il prefetto Salvatore Mulas. E pur consapevole che quanto avvenuto martedì davanti alla stazione «è un episodio grave», la analizza con oggettività. Ed è oggettivo, sottolinea, «che Verona è una città sicura sotto tutti i punti di vista».

Eppure martedì, nel primo pomeriggio, davanti alla fermata degli autobus della stazione di Porta Nuova ci sono stati attimi di paura, di violenza. Un giovane originario dello Sri Lanka, felpa nera con cappuccio e pantaloni scuri, ha preso a calci e pugni un altro ragazzo che, dopo essere caduto a terra, ha provato a rialzarsi, a reagire. E a quel punto, in quel piazzale affollato di giovani che salivano e scendevano dagli autobus, ecco spuntare una pistola, che l’aggressore ha avvicinato alla sua vittima. Nessuno sparo per fortuna, solo delle minacce. E poi lo srilankese che si è allontanato da solo, verso il Tempio Votivo, infilando l’arma nei pantaloni.

La polizia ci ha impiegato otto minuti a rintracciare il ragazzo, Rodrigo Nimesh Priyashaw, 23 anni, con precedenti, regolare e residente in Borgo Milano. Lo hanno trovato subito, in via Palladio. E dopo una colluttazione che ha mandato i due agenti in ospedali, con prognosi di venti e più giorni, è stato arrestano.

«STOP AI DELINQUENTI». Un episodio che il sindaco Federico Sboarina ha definito «intollerabile». «L’attenzione sul territorio c’è già», ha sottolineato, «il coordinamento funziona anche sulla base delle segnalazioni dei cittadini, che arrivano tutti i giorni in Comune e al comando della polizia municipale. Ma serve una presenza maggiore, che sia un deterrente per i delinquenti: devono capire che sulle nostre strade e sulle piazze non c’è posto per loro». Motivo per cui Sboarina ha chiesto al prefetto Mulas «di portare a Roma la richiesta di una maggiore presenza di forse di polizia, se serve anche dell’esercito».

«È UNA FERITA». «Comprendiamo le esigenze del sindaco», replica Mulas, «per noi anche una rapina o un furto sono delle ferite. Quanto è successo fa male, tuttavia l’intervento si è concluso in pochi minuti con equilibrio e pacatezza, segno che siamo presenti. Le forze di polizia fanno uno sforzo eccezionale per garantire la sicurezza in città». Tuttavia il prefetto che, poche ore dopo l’arresto di Nimesh Priyashaw ha sentito il questore Enzo Giuseppe Mangini, aggiunge: «Rivedremo alcune situazioni e implementeremo alcuni servizi, ne faremo di straordinari e valuteremo a quel punto se ci sia la necessità di chiedere ulteriori rinforzi».

La questione sarà quindi all’ordine del giorno del prossimo Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico. Perché da tempo chi «vive» la stazione la dipinge come una «zona franca». Gli autisti dell’Atv che parlano di «impennata di liti, botte e tensioni». E pure don Carlo Vinco, parroco del Tempio Votivo sottolinea come «su questo piazzale si continui a spacciare a consumare alcol». «Valuteremo di volta in volta le richieste che ci arriveranno da parte degli organi ufficiali, quindi dai Comitati per la sicurezza, e decideremo sulla base delle nostre disponibilità», ha spiegato ieri il sottosegretario Domenico Rossi, intervenendo alla cerimonia del 74° Anniversario dell’Eccidio della Divisione Acqui. E poi ha sottolineato: «Sul territorio italiano ci sono 7mila uomini dell’esercito che presidiano il territorio attraverso il piano ’strade sicure’: servono a garantire la sicurezza reale ma anche a far percepire la presenza dello Stato nelle città».

Francesca Lorandi

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