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Appropriazione indebita e circonvenzione

Spariti 400mila euro al medico, a giudizio la sua segretaria

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È accusata di appropriazione indebita e di circonvenzione di incapace nei confronti di un medico anziano e affetto da decadimento cognitivo. Lo stesso medico per cui aveva lavorato come segretaria per quarant'anni, che nell'ultimo periodo avrebbe raggirato, facendo sparire somme per centinaia di migliaia di euro.

Ieri G.M., 69 anni, di Colognola ai Colli, è stata rinviata a giudizio dal giudice per l'udienza preliminare Livia Magri. La vicenda è emersa nel giugno del 2018, quando il direttore di una banca dell'Est Veronese, dove il medico aveva il conto corrente, ha contattato i figli per avvisarli che i prelievi del padre, oggi ottantasettenne, avevano superato la quota dell'antiriciclaggio. Sorpresi dalla notizia, i figli, abituati a uno stile di vita sobrio e oculato del padre, hanno iniziato a indagare e hanno scoperto che qualcosa non andava nella gestione delle sue finanze.

Secondo le ricostruzioni della procura, che ha indagato sul caso, tra il maggio del 2015 e il giugno del 2018 la segretaria avrebbe spinto l'uomo a effettuare numerosi prelievi di denaro contante allo sportello bancomat, per un ammontare complessivo di 164mila euro. Non solo. Lo avrebbe convinto a emettere a suo favore due assegni, il 3 marzo e il 29 maggio 2015, dell'importo totale di 24.500 euro, oltre che a effettuare un bonifico per lei, con la causale “prestito”, da 39mila euro, il 16 settembre del 2015. Inoltre, nel giugno del 2017, avrebbe spinto l'anziano medico a svincolare in Posta la somma di 100mila euro, aprendo un conto cointestato: somma con cui la segretaria ha poi sottoscritto una polizza assicurativa. E ancora. Negli stessi anni, sempre secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la donna si sarebbe anche appropriata degli affitti di cinque immobili, di cui il medico era proprietario: somme considerevoli, per un ammontare complessivo di oltre 80mila euro, che in passato venivano accreditate direttamente sul conto corrente dell'anziano, mentre ora il medico e la segretaria ricevevano in contanti. Tutto questo, approfittando «del suo stato di debolezza e di infermità psichica».

Queste le accuse che la Procura rivolge alla sessantanovenne (difesa dagli avvocati Gianluca Vettorato e Alessandro Comunale Butturini), la quale però nega assolutamente di aver circuito l'anziano, assistito dall'avvocato Stefano Zanini. Una vicenda controversa, su cui è in corso anche una causa civile. A far luce su quanto avvenuto sarà ora il processo penale, che si aprirà il 12 luglio davanti al giudice Valentina Fabiani.

Manuela Trevisani

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