<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Verso le elezioni

Sindaco, la sfida del voto d’estate: «Lavoriamo contro l'astensionismo»

Una donna inserisce la scheda nell'urna
Una donna inserisce la scheda nell'urna
Una donna inserisce la scheda nell'urna
Una donna inserisce la scheda nell'urna

Un voto quasi sotto l’ombrellone. Ora c’è l’ufficialità. Il Governo ha fissato nel 12 giugno, domenica, l’election day. Si voterà per rinnovare i sindaci in 900 Comuni italiani, tra cui 24 capoluoghi di provincia, e quattro città capoluogo di Regione: Genova, Palermo, L’Aquila e Catanzaro. E tra i capoluoghi di provincia c’è Verona, in cui si dovranno eleggere il Consiglio comunale, sindaco compreso, e i Consigli delle otto circoscrizioni. Nel Veronese si rinnoveranno le amministrazioni anche di altri 13 Comuni: Caldiero, Casaleone, Cazzano di Tramigna, Cerea, Gazzo Veronese, Illasi, Ronco all’Adige, Roverchiara, San Giovanni Ilarione, San Martino Buon Albergo, Soave, Villa Bartolomea, Zevio. Un eventuale ballottaggio, nel caso al primo turno un candidato sindaco non ottenga il 50 per cento più un voto risultando quindi eletto subito, sarà domenica 26 giugno, ma solo per Verona e per Cerea, Comuni con oltre 15mila abitanti. In quel caso si confronteranno i due candidati sindaco con le percentuali maggiori.

Il 12 giugno si voterà anche per cinque referendum. I quesiti referendari riguardano la riforma del Consiglio superiore della magistratura, l’equa valutazione e la separazione delle carriere dei magistrati, la custodia cautelare e l’abolizione della legge Severino. Il Partito Radicale, promotore con la Lega dei referendum sulla giustizia, critica la data decisa dal Governo e minaccia di boicottarli. Proprio sulla data del voto, quindi all’inizio dell’estate, si apre anche a Verona un dibattito.

Leggi anche
A giugno, Verona e altri 13 comuni della provincia saranno chiamati a scegliere il sindaco

Può, la data del 12 giugno, appena terminate le scuole e con i cittadini in partenza per le vacanze, favorire la mancata partecipazione al voto? Va ricordato che cinque anni fa, alle elezioni comunali di Verona del 2017, si votò nello stesso periodo, quasi nelle stesse date. Primo turno l’11 giugno, ballottaggio il 25 giugno. I risultati furono chiari: al primo turno affluenza del 59 per cento, bassa se si considera che le elezioni amministrative sono di norma sentite, dalla popolazione, visto che si eleggono gli amministratori più “vicini”, come il sindaco, il Consiglio comunale, le circoscrizioni. Al secondo turno, quando vinse a Verona Federico Sboarina, del centrodestra, sulla candidata tosiana Patrizia Bisinella, l’affluenza fu bassissima: solo il 42,4 per cento. Ma può essere ancora un ostacolo alla tanto auspicata partecipazione politica, un voto all’inizio dell’estate?

Leggi anche
Sboarina lancia la sua campagna elettorale: «Le Olimpiadi del 2026 per Verona come l'Expo per Milano»

«Non c’entra tanto il 12 giugno, ma semmai la disaffezione dalla politica, e io ho cercato di andare nelle scuole a incontrare i giovani, perché penso che con l’esempio di correttezza e impegno si possano sensibilizzare anche le nuove generazioni, che forse in questi anni non hanno avuto grandi esempi dalla politica», dice il sindaco Federico Sboarina, ricandidato. «Il rischio astensione? Soprattutto al secondo turno, è inevitabile», dice il senatore Vincenzo D’Arienzo, del Pd che sostiene la candidatura a sindaco di Damiano Tommasi. «Si tratta, però, di un’assenza tecnica, non volontaria, ovvero legata a partenze per le vacanze del periodo. In parte questo è anche favorito da enti vari che di solito sin da giugno organizzano vacanze a prezzo moderato. La stessa data di giugno, sebbene già decisa in passato, stavolta è stata condizionata dal covid. Detto questo, spero che le assenze restino dentro quote fisiologiche».

Secondo Flavio Tosi, candidato sindaco del Fare, «il pericolo astensionismo c’è ancora di più al ballottaggio del 26 giugno che non al primo turno del 12, quando si votano anche i referendum, il che aiuterà a tenere l’affluenza su soglie accettabili, mentre il 26 giugno per il ballottaggio di certo non aiuta, a maggior ragione in un periodo storico dove tra crisi economica, rincari di energia e carburante e guerra, le famiglie non hanno come primo pensiero le elezioni». Ciro Maschio, deputato e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, spiega che «noi siamo pronti a qualsiasi data, per affrontare le elezioni, e peggio sarebbe stato in autunno. Faremo comunque di tutto per avvicinare il maggior numero di cittadini al voto». Federico Bricolo, coordinatore politico della Lega: «Il rischio astensionismo c’è sempre, ma aiuterà il referendum a evitarlo un po’ e si lavorerà per questo». Pietro Trincanato, presidente di Traguardi, per Tommasi, dice che «il rischio astensionismo non dipende dalla data ma dall’offerta politica ai cittadini e stavolta c’è la percezione completa di poter cambiare Verona e molti cittadini andranno a votare».

Enrico Giardini

Suggerimenti