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Servizi e istruzione

Scuole d’infanzia comunali, disponibili ancora 80 posti

La Paglia: «Sono in abbondanza rispetto alla domanda». Si sta valutando come migliorare il servizio di trasporto
In classe Un’immagine all’interno di una scuola dell’infanzia veronese
In classe Un’immagine all’interno di una scuola dell’infanzia veronese
In classe Un’immagine all’interno di una scuola dell’infanzia veronese
In classe Un’immagine all’interno di una scuola dell’infanzia veronese

Sono 80 i posti ancora a disposizione per iscrivere bambine e bambini in una delle 27 scuole dell’infanzia comunali sparse sul territorio. La lista d’attesa ne conta 62, quindi la disponibilità è persino maggiore della domanda.

Ciò non significa, però, che ogni famiglia potrà trovare risposta nella scuola preferita tra le massimo tre che ha potuto segnalare in fase di iscrizione.

Da oggi alla data delle iscrizioni fuori termine, prevista a giugno ma che in Comune si sta valutando di anticipare, le cose potrebbero ancora cambiare, visto che la flessibilità è continua. Ieri, sono già state collocati 35 bambine e bambini slitatti in graduatoria.

Una questione di cifre

«Abbiamo una capienza massima di circa 1.700 posti», dice l’assessora all’istruzione, Elisa La Paglia, evidenziando che il Comune copre circa il 30 per cento delle richieste delle famiglie, mentre il 70 per cento di mamme e papà si rivolgono a scuole materne statali oppure paritarie e private.

«Rispetto alle domande che ci arrivano il numero dei posti è adeguato e persino abbondante, probabilmente daremo alle famiglie la possibilità di scegliere in anticipo se aderire o meno al servizio. Iscriversi fuori termine vuol dire rinunciare alla lista d’attesa nella scuola scelta come prioritaria, ma in questo modo si ha la possibilità di stabilire per tempo quale scuoletta sarà frequentata dai propri bambini».

Alle perplessità avanzate da alcune mamme, poco soddisfatte dei criteri di selezione, l’assessora fa presente che la priorità del Comune è garantire la territorialità e la frequenza dei piccoli in contesti in cui abbiamo dei punti di riferimento. «Siamo in fase di analisi per stabilire gli ambiti territoriali che sono in parte rigidi, visto che rispecchiano le definizioni urbanistiche», spiega. «Le nuove tecnologie consentono di fare valutazioni più legate alla distanza da casa che ai confini delle proprie circoscrizioni».

Mobilità dedicata

Altra valutazione in corso è quella legata ai trasporti. «Sono circa 700 i piccoli che utilizzano il servizio di pulmino, ma il numero è calato e stiamo ragionando su come promuovere e garantire al meglio l’offerta», prosegue La Paglia.

Qualche genitore vorrebbe una maggiore trasparenza nella pubblicazione della graduatoria, lamentando le telefonate ad hoc fatta dagli uffici famiglia per famiglia, e c’è chi non trova corretto dover avere dei punti in meno in graduatoria per non essere riuscito, a suo tempo, a iscrivere i figli in un nido comunale, pur avendo tentato di farlo.

Nei dettagli delle graduatorie

«Quella di telefonare è una gentilezza che facciamo per preparare le famiglie per tempo, prima della pubblicazione definitiva, vista la situazione in continuo mutamento», fa notare La Paglia. «Ci tengo a fare chiarezza anche sul punteggio destinato ai residenti di fuori città che possono ottenere due punti in graduatoria dimostrando che i nonni vivono nei pressi della scuola scelta. È una possibilità offerta dal 2015 per avvantaggiare chi non ha la residenza a Verona, ma comunque una rete di aiuto importante. Anche sulle selezioni in base all’Isee non saremmo d’accordo. È un criterio utile per il pagamento delle rette, come avviene al nido, ma che non può essere discriminante sull’offerta di un servizio che, come rivelano i dati, è più ampio delle domande che riceve».

Qualche dissapore è nato anche intorno alla scuola dell’infanzia di Borgo Santa Croce, dove alcune famiglie confidavano nell’avvio di un’ulteriore sezione. «Fa sempre piacere che ci siano delle realtà più apprezzate di altre e questo è senza dubbio uno stimolo a migliorare sia gli spazi che l’offerta didattica», conclude l’assessora. «I parametri che noi riteniamo fondamentali, come detto, sono comunque la prossimità nell’andare a scuola, favorendo la gestione familiare e l’integrazione dei piccoli nel contesto che vivono quotidianamente».

Chiara Bazzanella

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