Ci vorrà almeno un altro anno prima che si possa prevedere la riapertura degli Scavi Scaligeri. I lavori di per la sistemazione dell’impiantistica, iniziati a gennaio, sono quasi ultimati, ma l’impennata dei costi per i materiali ha rallentato l’installazione dell’ascensore e dei nuovi serramenti.
Di conseguenza anche gli interventi per il restauro archeologico – ancora da finanziare - dovranno essere rinviati, mentre per gli oblò esterni, progettati da Cecchini alla fine degli anni ’70 per lasciare intravedere il sottosuolo e i reperti dai cortili in superficie, deve ancora essere concluso l’iter di progettazione e reperito il finanziamento.
«L’amministrazione ha finanziato gli interventi per l’impiantistica lo scorso anno», evidenzia Pietro Trincanato, presidente della commissione quarta di Palazzo Barbieri che ieri si è recato in sopralluogo sul posto. «Il cantiere di restauro è stato avviato a gennaio, ma ci sono ritardi legati al grosso aumento dei prezzi. Ci sono però le risorse per ultimare i lavori e ora servono i fondi per procedere nella seconda fase dei lavori e restituire alla città un luogo di cultura chiuso ormai da dieci anni».
Il Centro, noto per l’esposizione in particolare di mostre fotografiche, è infatti chiuso dal 2015, a causa dei lavori di restauro avviati al Palazzo del Capitanio, venduto alla Fondazione Cariverona. Da quel momento l’accesso originario è divenuto inagibile e con la nuova disposizione degli spazi in corso è previsto che si trovi in cortile Mercato Vecchio, facendo accedere a un percorso ad anello che riporterà a uscire dallo stesso ingresso.