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La difesa del sindaco

Sboarina sulle dichiarazioni di Tinè: «Meno eventi, più qualità: è anche la mia visione di città»

Le bancarelle di Santa Lucia finite nel mirino del Soprintendente
Le bancarelle di Santa Lucia finite nel mirino del Soprintendente
Le bancarelle di Santa Lucia finite nel mirino del Soprintendente
Le bancarelle di Santa Lucia finite nel mirino del Soprintendente

«Condivido le riflessioni di Vincenzo Tinè, non solo oggi. Quando, a fine 2019, il soprintendente è arrivato abbiamo condiviso la nostra visione di città. La mia in particolare era ed è di liberare il centro storico da tante manifestazioni, privilegiando la qualità. Così abbiamo fatto da giugno 2017 fino all’ora X della nuova era, quella pandemica, scattata il primo marzo 2020 con tutta le legislazione emergenziale».

Il sindaco Federico Sboarina commenta così l’uscita del soprintendente a Belle arti, paesaggio e archeologia che ha annunciato una stretta sulle autorizzazioni alle manifestazioni in centro storico, facendo sapere di «aspettare da due anni» un regolamento comunale su questo tema. «Dopo le deroghe per il Covid si deve tornare a un minimo di regole per l’utilizzo degli spazi pubblici», aveva avvertito Tinè. Il soprintendente aveva bocciato senza appello i «pessimi» banchetti di Santa Lucia, i «gazebo che manco nelle fiere» della Piazza dei sapori davanti all’Arena. «C’è un problema di spazi, tempi e di strutture perché ne ho viste di inammissibili» aveva aggiunto nella sua requisitoria. E aveva annunciato: «Da marzo tornano le regole».

 

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«Sono stato il primo», si difende il sindaco, «a fare cambiamenti per rispetto dei monumenti: la Piazza dei Sapori nel 2019 è stata spostata a San Zeno ed è tornata in Bra nel 2021 nell’ottica del rilancio delle attività colpite dalla crisi. Lo stesso vale per i Mercatini di Natale, abbiamo faticato non poco con gli esercenti per convincerli al decentramento, ma da subito è stato alleggerita piazza dei Signori in favore di San Giorgio, ponte Castelvecchio e ponte Pietra e, da quest’anno, anche dei quartieri, come a Vicenza».

Una precisazione non casuale dal momento che lo stesso Tinè aveva indicato la città berica come esempio da seguire. «E per chi avesse dimenticato», continua Sboarina, «ricordo nel 2018 le polemiche sul rifiuto del Comune alla statua di Dall’Oca Bianca vicino al toloneo di piazza Erbe. Le nostre motivazioni erano filologiche nel segno del rispetto monumentale che condivido con il sovrintendente. Per questo abbiamo privilegiato l’integrità complessiva della piazza e in un contesto architettonico di così forte rilievo storico è stato ritenuto prudenziale non inserire nessun altro elemento moderno. Siamo stati criticati, ma non siamo tornati indietro, convinti che la valorizzazione dell’illustre concittadino poteva passare da altre vie, come stiamo facendo».

Poi, ricorda Sboarina, «il fil rouge della nostra visione ha avuto, come in tutto il mondo, un brusco stop per il Covid. Dalla primavera 2020», sottolinea, «l’azione amministrativa ha avuto altre priorità emergenziali per le due grandi categorie: cittadini e attività economiche. Bar e ristoranti contribuiscono a rendere vivo il centro storico e accese le luci nelle vie e la ripresa della loro attività era vitale anche dal punto di vista della coesione sociale e della stabilità di famiglie, dipendenti e imprenditori». I plateatici sono tra gli aspetti critici sollevati da Tinè. Sulla loro collocazione, aveva detto, «saremo molto rigidi».

Anche su questo punto, il sindaco dice la sua: «Per i residenti che vivono nell’ansa del fiume e che non dobbiamo spingere all’abbandono come sta accadendo in tante altre città d’arte, l’esplosione dei plateatici ha rappresentato un sacrificio, a cui appena possibile abbiamo cercato di rimediare con altri servizi: posti auto aggiuntivi (ne abbiamo appena liberati altri 45), ampliamento del permesso auto, modulazione orari Ztl. La bilancia delle priorità», afferma Sboarina, «si è mantenuta in questo equilibrio e, come ogni comunità, la solidarietà deve andare verso chi in quel momento versa in maggiori difficoltà. La dignità del centro non è mai passata in secondo piano, anche attraverso significativi investimenti per pagare i bus navetta e tenerne fuori le auto o la presenza dei nostri vigili a gestire i flussi». Il sindaco difende, quindi, a spada tratta le scelte fatte.

«L’innalzamento della qualità», osserva, «è la costante di tutto, a cominciare dalla rinnovata vitalità di Fondazione Arena e delle sue proposte culturali che hanno riportato un turismo qualificato nonostante la pandemia. Ed è proprio la fine dell’emergenza sanitaria, ciò che tutti stiamo aspettando per il ritorno alla normalità. La normalità», sottolinea rispondendo agli appunti alla sua amministrazione, «nella quale torneremo, al più presto, a sederci con il sovrintendete per stilare il regolamento delle manifestazioni, che non è stato possibile fare in tre mesi.

Un regolamento che nel confronto con le varie esigenze, architettoniche, turistiche, economiche, sociali», conclude, «troverà la sintesi della nostra città, che tutti vogliamo preservare e tramandare modernizzata ai nostri figli». «Ben venga», gli fa eco l’assessore al Commercio Nicolò Zavarise, «un tavolo con la Soprintendenza per rilanciare l’obiettivo trovare il giusto equilibrio tra valorizzazione del patrimonio storico e artistico e l’ambizione di rendere Verona una città attrattiva e vivace, pensando anche a un calendario degli eventi, che ad oggi è stato difficoltoso redigere per l’emergenza con cui abbiamo dovuto fare i conti».

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Enrico Santi

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