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la mappa

Rivoluzione in 1.600 metri: ecco le tre caserme destinate a cambiare volto alla città

Con la mappatura delle aree è partito l’iter della nuova questura. Bissoli: «Le priorità? Vivibilità dei quartieri e integrazione con la mobilità sostenibile»
La nuova questura sorgerà nell’ex caserma San Bernardino
La nuova questura sorgerà nell’ex caserma San Bernardino
La nuova questura sorgerà nell’ex caserma San Bernardino
La nuova questura sorgerà nell’ex caserma San Bernardino

Sono rimaste deserte e inoperose per anni, sonnecchiando cullate dai sospiri di desideri mai concretizzati. Ora, d’improvviso, si risvegliano bruscamente nel bel mezzo di una sarabanda di progetti destinati a cambiare il volto della città. Le tre caserme di San Zeno sono pronte a tornare in prima linea (pacificamente parlando) per ospitare tre sedi strategiche per la vita dei veronesi.

Una fetta di bastioni. Una rinascita che, concretamente, comincia oggi con un piccolo passo per la burocrazia, ma un grande passo per la città: il passaggio di un’ampia fetta del Bastione di San Bernardino dal Demanio al Comune; parcheggio di Porta Palio compreso. E non è un dettaglio da poco perché quel parcheggio diventerà uno degli strumenti della riconversione delle caserme, dell’accesso ai nuovi servizi e, ultimo ma non minore, della riqualificazione di una fetta di città, tra San Zeno e San Bernardino, che nonostante il blasone (è pur sempre la culla della civiltà scaligera) è stata da troppi e per troppo dimenticata.

La nuova questura

Il fulcro di tutta l’operazione voluta dalla giunta targata Tommasi (Damiano) è la nuova questura che dei tre progetti (uno per caserma) è in realtà quello più indietro nella maturazione. A questo punto sarà il caso di fare ordine.

L’attuale questura, quella voluta all’inizio degli anni Novanta da un poliziotto illuminato, il questore Nicola Izzo, è destinata ad andare in pensione. Superata nella logistica, carente di servizi e, soprattutto, cara da mantenere con il suo milione di affitto l’anno. Al suo posto il Demanio aveva proposto di adattare l’ex caserma di San Bernardino, in circonvallazione Maroncellli, con un intervento da 60milioni già finanziati dallo Stato.

Negli anni passati, tra Demanio e amministrazioni locali, era partito un dialogo per arrivare a concretizzare tale proposta, con alterne fortune. Fin che la palla è finita nelle sapienti mani di Barbara Bissoli. «Abbiamo ripreso il confronto», conferma la vice sindaca e assessore alla Pianificazione territoriale e urbanistica, che si è tuffata, fin da subito, in questa sfida non esattamente facile ponendo, però, come nel suo stile dei paletti discretamente inamovibili. «Abbiamo posto le nostre condizioni su aspetti che consideravamo vitali. Anche in considerazione del luogo dove sorgerà la questura».

In cima tutte le priorità c’è la qualità c’è la vivibilità dei quartieri che ospitano i servizi, esigenza che non può essere messa in discussione per nulla al mondo. E poi bisogna tener conto, anche, di chi, in quegli uffici, ci lavora o ne utilizza i servizi: dal primo all’ultimo. Un esempio? L’ex caserma ospiterà anche degli alloggi per i funzionari.

«Ma sarà creato anche un luogo idoneo a ospitare gli utenti della questura, anche coloro che si trovano in attesa di sbrigare le pratiche per il permesso di soggiorno senza che siano costretti a stare all’aperto».

La mappa

Ma non è tutto. «Le tre caserme distano 800 metri l’una dall’altra e, a intervento concluso, ospiteranno l’Agenzia delle entrate e l’Agenzia del territorio (la Riva di Villasanta in via Da Vico), la Federal Building (la cittadella degli uffici statali) e l’archvio del tribunale (la Busignani) e la questura con annessa polizia stradale (San Bernardino)», aggiunge Bissoli.

«Per questo è necessario che si integri con il contesto abitativo, la viabilità, ma anche la sosta». Ottocento metri: dritti come un fuso dal confine con Ponte Crencano a nord, fino alla periferia meridionale con un piede a Porta Palio. Dritto tra le braccia del neonascente filobus, anche questo eredità meno nobile di un passato più o meno remoto.

Per passi

«Ma questo non influirà con il nostro progetto», spiega Bissoli, «dal momento che l’intervento delle caserme avrà una sua autonomia e si integrerà, come da nostra specifica richiesta, con la mobilità alternativa». Altro cavallo di battaglia della giunta. Il fervente dialogo con il Demanio ha portato i primi concreti risultati. Che se non permettono ancora di fissare una data di inaugurazione sul calendario, almeno danno inizio, di fatto, all’iter per arrivarci.

«È stato approvato nei giorni scorsi il Piano di caratterizzazione», illustra Bissoli, «che è sostanzialmente la mappatura dell’area al fine di rilevare eventuali sostanze inquinanti». Sì, perché nell’area saranno realizzati anche alcuni alloggi. «Entro l’estate l’iter sarà concluso».

Da lì sarà un susseguirsi di atti che porteranno alla variante urbanistica e al Pua, un Piano urbanistico attuativo del Piano regolatore. L’urgenza porta la vice sindaca a chiudere la partita della Stella di Natale sul far della Pasqua. Poi l’operazione questura potrà entrare nel vivo.

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Roberto Vacchini

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