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Test di Amia

Rivoluzione dei cestini in piazza Bra: tolti per il G7, potrebbero non tornare più

Mancano 53 contenitori su circa cento. Il presidente Bechis: «È un esperimento: se ci sarà sporcizia, li rimetteremo»
Piazza Bra senza cestini e a destra i cestini nel magazzino Amia, in attesa di essere sistemati (foto Marchiori)
Piazza Bra senza cestini e a destra i cestini nel magazzino Amia, in attesa di essere sistemati (foto Marchiori)
Piazza Bra senza cestini e a destra i cestini nel magazzino Amia, in attesa di essere sistemati (foto Marchiori)
Piazza Bra senza cestini e a destra i cestini nel magazzino Amia, in attesa di essere sistemati (foto Marchiori)

Loro sono giapponesi, noi italiani. E se a Tokyo - come in altre città del Nord Europa - le strade sono pulitissime e i cestini non esistono, da noi è difficile pensare che, a parità di condizioni, il risultato sia lo stesso. A Verona è in corso un test per verificare quanta civiltà siamo in grado di garantire, noi e i turisti, togliendo dal «salotto buono» - Liston, Bra e vallo dell’arena - i 53 vecchi contenitori per l’immondizia fatti togliere per il G7. Lì, da quando due settimane fa la Gran Guardia ha ospitato il summit dei big dell’economia del mondo, non sono più tornati.

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«Il risultato è che così la città è più bella, più decorosa. E non per questo più sporca». Lo sostiene Roberto Bechis, presidente di Amia, anche ieri mattina impegnato in un «sopralluogo personale» per verificare se ci sia in giro spazzatura abbandonata da chi non trova più i contenitori dove gettarla. «È in ordine, il colpo d’occhio sul giardino attorno alla fontana, sull’anfiteatro e sulla passeggiata tra bar e ristoranti è più piacevole e, a terra, non c’è sporcizia. Vedremo adesso come procedere».

 

Scelta definitiva?

Doveva essere una misura temporanea, legata appunto alla sicurezza dell’evento che ha portato in città ministri di tutto il mondo, e invece pare possa diventare definitiva. «Stiamo completando dei test», ancora Bechis, «la prova finale sarà la Pasqua, vediamo come andrà. Se piazza Bra, senza cestini, reggerà scevra di conseguenze l’urto dei turisti attesi nel week end, si potrà proseguire a tenerla così, pulita dai rifiuti parcheggiati nei contenitori. Se invece dopo Pasquetta avremo il centro ridotto male e toccheremo con mano la necessità di riposizionare i cestini, lo faremo. L’idea comunque sarebbe quella di presentare la Bra, che è il biglietto da visita di Verona, senza più immondizia. Credo sia solo», Bechis spera possa andare così, «una questione culturale, di abitudine, di civiltà, perché “rifiuto chiama rifiuto“, cioè se hai il porta pattume a disposizione, lo riempi, se non ce l’hai e ti sensibilizzi alla cura dell’ambiente, ti organizzi diversamente». E come? «Vai a gettarlo più in là, fuori dal centro storico, dove ci sono cassonetti e cestini. In certi posti se li portano a casa, e li differenziano».

 

Il progetto

L’idea (o il sogno) di Amia - copiando da città più «avanti» di Verona - sarebbe proprio quella di liberare il cuore di Verona dai cestini. Non solo la Bra, ma anche piazza Erbe e via Mazzini che le collega. «Ci confronteremo dopo Pasqua con l’ente di bacino, il Comune e la prima circoscrizione», prosegue il presidente, «sentiremo anche i commercianti del Liston, ristoratori e baristi, troveremo insieme la soluzione migliore. È ovvio che in occasione dei grandi eventi, tipo la stagione lirica e i concerti in Arena, provvederemo a ri-posizionare i cestini e, in più, i soliti cassonetti da 240 litri. Ricordo che, per il G7 ne abbiamo tolti un centinaio e la metà è già tornata al suo posto: quelli che mancano, esattamente 53, sono in magazzino per essere manutenuti, puliti, aggiustati. È da oltre un decennio che non venivano sistemati e alcuni sono in condizioni indecorose». Dal fondo corroso dall'urina dei cani agli imbrattamenti, dagli adesivi ai pezzi divelti. «In effetti, in queste condizioni, non potevano proprio più stare in Bra», conclude Bechis ricordando nuovamente che «comunque in questi giorni non abbiamo ricevuto segnalazioni di criticità e di sporcizia».

 

I commercianti

Lo conferma anche chi ha i locali sul Liston, come Michael Cortelletti: «Il week end appena passato è andato bene, di gente ce n’era e di rifiuti abbandonati non ne ho visti, quanto meno non più del solito. Per cui non c’è nessuna chiusura alla sperimentazione», ribadisce, «proviamo, vediamo se funziona e poi però, se la piazza diventa un immondezzaio a cielo aperto, si torna al passato. Nessuna preclusione verso tutto quello che può migliorare il decoro attorno all’Arena. I problemi del centro sono altri...».

Camilla Ferro

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