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Reboano porta la pace
e sfila per le vie del rione

Aldo Isalberti originario del quartiere Filippini indossa i panni di Reboano per il sesto anno consecutivo. Come da tradizione è arrivato in gommone FOTO MARCHIORIReboano appena sbarcato incontra le altre maschereLa tradizionale lavanda con l’acqua purificatrice
Aldo Isalberti originario del quartiere Filippini indossa i panni di Reboano per il sesto anno consecutivo. Come da tradizione è arrivato in gommone FOTO MARCHIORIReboano appena sbarcato incontra le altre maschereLa tradizionale lavanda con l’acqua purificatrice
Aldo Isalberti originario del quartiere Filippini indossa i panni di Reboano per il sesto anno consecutivo. Come da tradizione è arrivato in gommone FOTO MARCHIORIReboano appena sbarcato incontra le altre maschereLa tradizionale lavanda con l’acqua purificatrice
Aldo Isalberti originario del quartiere Filippini indossa i panni di Reboano per il sesto anno consecutivo. Come da tradizione è arrivato in gommone FOTO MARCHIORIReboano appena sbarcato incontra le altre maschereLa tradizionale lavanda con l’acqua purificatrice

Il consueto rito dell’acqua, tramite cui il principe guerriero decide di diventare portatore di pace e concordia, si è svolto ieri nella parte bassa di via Pallone sotto un sole di buon auspicio.

Il Principe Reboano, terza maschera per anzianità del Carnevale scaligero, subito dopo il Papà del Gnoco e il Duca della Pignata, ha tolto il sangue dalle mani, quello della quarta crociata, versatogli sotto forma di vino da a un’ampolla, con abbondante acqua purificatrice. La stessa da cui, come da tradizione, è arrivato, navigando il fiume e sbarcando alla Dogana.

Ieri mattina le viuzze del quartiere Filippini sono state invase dalle maschere carnevalesche, a suon di tamburi e trombe. Per la prima volta la sfilata ha preso il via alle 12, subito dopo l’approdo dei cinque gommoni, contornati da canoe al seguito, che hanno portato a terra, oltre a Reboano, anche il Papà del Gnoco e parecchie altre maschere dei quartieri scaligeri.

«Concordia significa con il cuore», dichiara Aldo Isalberti, originario dei Filippini ora residente a Golosine, che per il secondo anno di fila indossa i panni del Principe realmente esistito e, dal 1951, reso protagonista della festa inventata dal decano del quartiere Pier Luigi Facchin. «L’atmosfera è bella e ci teniamo a promuovere un Carnevale condiviso e sentito».

Il tentativo di anticipare la sfilata per consumare con grandi e piccini il tradizionale piatto di pasta fagioli in via Pallone all’ora di pranzo, non è andato propriamente in porto. Purtroppo, nonostante la giornata tersa e calda, i partecipanti non sono stati molti. «Probabilmente la gente non si è ancora ripresa dalla sbornia portata a casa dal venerdì gnocolar», commenta sdrammatizzando Isalberti, che si lascia scappare un’anticipazione sulla prossima edizione. «L’anno prossimo potrebbero esserci novità importanti, che stravolgeranno l’intera settimana del Carnevale».

Di più, per il momento, non è ancora dato di sapere.

Ciò che è certo è che, nonostante qualche eccesso nei festeggiamenti e le polemiche di alcune storiche maschere della città, il nuovo patron del Bacanal, Valerio Corradi, è riuscito a compiere i primi evidenti passi per rinnovare il Carnevale veronese.

«L’ottimo lavoro svolto va ben oltre la stupidità e gli imbrattamenti compiuti da qualche ragazzotto durante la sfilata di venerdì», commenta l’assessore Marco Ambrosini.

Evidenzia la presidente del parlamentino del centro, Daniela Drudi: «Quello che si festeggia è un Carnevale sano, sincero e pulito, che aiuta anche a dare il buon esempio ai giovani».

Chiara Bazzanella

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