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sanità: i dati agenas

Pronto soccorso, bocciati i tempi di attesa veneti: dove si aspetta di più (e di meno) negli ospedali veronesi

L’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari stronca il Veneto: «Qui l’attesa più lunga d’Italia per i codici bianchi»
L’ingresso del Pronto soccorso dell’ospedale di Borgo Trento
L’ingresso del Pronto soccorso dell’ospedale di Borgo Trento
L’ingresso del Pronto soccorso dell’ospedale di Borgo Trento
L’ingresso del Pronto soccorso dell’ospedale di Borgo Trento

Bene, non benissimo. Nella «Terza Indagine Nazionale sullo stato di attuazione delle reti tempo-dipendenti» presentata a Roma da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) il Veneto si piazza al 12° posto: la sommatoria dei risultati relativi alle quattro «branche» prese ad esame - e cioè gestione di infarto, ictus, traumi ed emergenza urgenza - paga il prezzo presentato dai Pronto Soccorso.

Triage e tempi di attesa da migliorare

Il Veneto non è tra i primi della classe proprio per la performance delle sue prime linee ospedaliere: si ferma al 15° posto per una serie di mancanze, prima tra tutte quell’1,65 per cento di pazienti che abbandona il Ps senza essere stato visitato o, se il contatto con il medico c’è stato, senza il referto. E pesa anche quel 3 per cento di codici «bianchi» (i meno gravi, quelli destinati ad attendere ore in sala d’aspetto) che in realtà poi vengono ricoverati, come i «verdi» (altrettanto lievi) che, in 9 casi su 100, finiscono per essere trattenuti. Significa che c’è da migliorare la valutazione al Triage perchè non sempre corrisponde al reale stato di necessità della persona.

«In Veneto il numero di ricoveri di chi arriva dal Pronto soccorso», scrive infatti Agenas, «appare lievemente inferiore alla media nazionale: la percentuale sul totale degli accessi è bassa e presenta criticità sui ricoveri di codici minori».

C’è poi l’altra grande pecca, quella irrisolta dei tempi d’attesa: se per i codici gialli, rossi e verdi sono nella media, per i bianchi il Veneto ha il record peggiore, oltre due ore. È l’attesa più lunga d’Italia.

 

 

La situazione negli ospedali veronesi

Le tabelle di Agenas fotografano l’attività della rete dell’emergenza-urgenza regione per regione e, dentro ad ognuna, di ogni Ulss e delle Aziende Ospedaliere Universitarie.

Per Verona la lente d’ingrandimento s’è fermata sui Pronto Soccorso dei due ospedali dell’Aoui (Borgo Trento e Borgo Roma) e su quelli di tutto il territorio della Scaligera, compresi i privati convenzionati di Negrar e Peschiera.

I dati analizzati dall’Agenzia sono molti ma quelli più indicativi dello stato di salute dei nostri avamposti sanitari riguardano appunto il tempo di permanenza nei Ps intenso come «minuti intercorsi tra l’arrivo nella struttura e la dimissione».

Agenas analizza la voce per colore di Triage. E risulta una quadro, per la città e la provincia, quotidinamente denunciato dai veronesi e che la stessa indagine indica come «elemento» che ha portato il Veneto a non eccellere nella classifica delle Reti tempo-dipendenti: l’assalto ai Pronto Soccorso, con tutte le conseguenze.

Azienda ospedaliera universitaria integrata

Gli accessi a Borgo Trento, nel 2022, sono stati 68.691. Essendo Trauma Center regionale, registra i numeri più alti della Provincia. Per quelle che non sono urgenze gravi, il rischio concreto di attendere mezze giornate, se non di più, è reale. Solo che «stona» - ed è questa la discrasia sottolineata dall’Agenzia - che proprio il 4,775 dei codici bianchi sia stato poi ricoverato.

La media del tempo di permanenza nel Ps di lungadige Attiraglio va di pari passo con il gran traffico dei tanti che vanno e vengono: 5 ore e 5 minuti per i bianchi, quasi 4 ore e mezza per i verdi, poco più di 9 per i gialli-arancio e 11 per i rossi. I codici neri, quelli con decesso, sono stati 154.

Più si sale nella scala dei colori, più la persona ha bisogno di cure fino a quelle salva-vita, per cui i tempi di dilatano.

Il Policlinico, che ha la metà dei numeri dell’ospedale maggiore (30.294 accessi), presenta in proporzione tempi di permanenza maggiori: 4 ore e 8 minuti per i bianchi, 6.51 per i verdi, 8.22 per i giallo-arancione, addirittura 12.03 per i rossi. I morti due anni fa a Borgo Roma sono stati 83. Ed è dell’1,68 la percentuale di chi, stanco di aspettare, se ne va.

La fotografia in provincia

È al Pronto Soccorso del Mater Salutis di Legnago il numero più alto di pazienti che abbandona la presa: il 5.04 per cento dei 36.992 che ha fatto il Triage, ha scelto di non aspettare. Troppe tre ore per un bianco, le quasi 5 per un verde, le 5.52 per il giallo-arancione e le 8 per i rossi.

La voce comprende anche chi arriva ad essere visitato dal medico ma poi non ha più la pazienza di attendere il referto: succede, ovvio, con i codici minori.

La permanenza in Ps più veloce di tutte è a Malcesine: 42 minuti per un bianco, 1 ora e mezza per il giallo-arancione, neanche 30 minuti per il rosso. E questo risponde alla logica che più ci si rivolge a strutture piccole (2.686 accessi), più in fretta si viene presi in carico in quanto meno affollate.

Dopottutto, se uno sta male seriamente, cerca l’eccellenza e sceglie l’ospedale Hub. Seguendo il ragionamento, lo si vede replicato anche per Bussolengo (13.145 accessi), Villafranca (24.523), San Bonifacio (38.281) dove non si corre il rischio di passare l’intera giornata al Ps.

Ottime le performance dei privati Negrar e Peschiera e via via quelle dei nosocomi «medi» come il Fracastoro di San Bonifacio.

Camilla Ferro

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