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progetto èVRgreen

Cinquanta nuove stazioni meteo per scovare le «zone termosifone» di Verona

Una stazione meteo
Una stazione meteo
Una stazione meteo
Una stazione meteo

Contenere le ondate di calore in ambiente urbano, durante i mesi estivi, sarà una necessità sempre più impellente nei prossimi anni. In un contesto di riscaldamento globale ormai conclamato, per le amministrazioni comunali diventa importante capire come correggere le storture del passato nella progettazione urbana, così da ridurre gli «hot spot»: le cosiddette isole di calore. Aree cittadine, cioè, dove la massiccia dose di cemento e asfalto, non sufficientemente mitigata dal verde, crea un effetto «termosifone», amplificando giorno e notte la percezione del caldo torrido, acuendo il disagio degli abitanti e facendo impennare i consumi di energia elettrica per il raffrescamento degli edifici.

Contro questo fenomeno, Verona mette in campo «èVRgreen»: un progetto di risanamento ambientale urbano in più fasi, che prevede, come primo step, la mappatura dettagliata delle temperature registrate nei quartieri cittadini, oltre a quella del tasso di umidità nell’aria e della pioggia caduta. Ne deriverà la geografia degli hot spot e, alla fine del progetto, fra tre anni, si potranno predisporre le azioni più efficaci per il loro contrasto.

Dunque, è al via la fase uno: entro i confini del Comune di Verona spunteranno, entro l’estate, cinquanta nuove stazioni meteo. Il progetto «èVRgreen» vede collaborare le Università di Verona e di Padova, il Comune scaligero, l'Amia, l'Arpav e, per la fornitura delle centraline, la raccolta e l'analisi dei dati, MeteoArena Srl, azienda fornitrice di servizi e consulenze meteorologiche professionali, rappresentante unica in Italia di meteoblue AG (Svizzera).

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«Il fine del progetto», spiega Simone Buttura, ingegnere ambientale, amministratore unico di MeteoArena, «è delineare un quadro climatico puntuale di Verona, da cui poi partire per progettare soluzioni, per esempio, contro gli hot spot, le isole di calore, più frequenti nell'area urbana a causa della maggiore concentrazione di edifici a svantaggio della quantità di verde e del suo effetto mitigatore sui picchi di afa».

«Il progetto non si focalizza solo sul microclima urbano», ricorda Buttura, «ma spazia anche sulla misurazione dell'inquinamento e della biodiversità sul territorio comunale».

Le nuove stazioni meteo - di tipo "stand alone", cioè autonome dal punto di vista energetico e dotate di sim per l'invio automatico dei dati - saranno distribuite nei vari quartieri (appese ai pali stradali), ma non in modo uniforme. Abbonderanno maggiormente nelle zone più cementificate, dove gli hot spot sono molto diffusi.

La prima, già installata, si trova alla Croce Bianca, affiancata a una centralina dell'associazione Rete Meteo 4 del compianto Emilio Bellavite, della quale anche Buttura fa parte.

Lorenza Costantino

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