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un rito che si ripete da 127 anni

Primo maggio, a Quinzano si rinnovano le preghiere contro le calamità

di Marco Cerpelloni
La festa al capitello di San Vincenzo Ferreri (via Are Zovo)
Il capitello di via Are Zovo (Quinzano) dedicato a San Vincenzo Ferreri
Il capitello di via Are Zovo (Quinzano) dedicato a San Vincenzo Ferreri
Il capitello di via Are Zovo (Quinzano) dedicato a San Vincenzo Ferreri
Il capitello di via Are Zovo (Quinzano) dedicato a San Vincenzo Ferreri

A Quinzano si rinnovano le preghiere contro le calamità con un rito che si ripete da 127 anni. È tradizione per i fedeli ritrovarsi il primo maggio attorno all’edicola di San Vincenzo Ferreri (via Are Zovo) dove, alle 10, sarà celebrata la santa messa dal parroco, don Alessandro Pendini, e sarà impartita la benedizione dei campi per chiedere la protezione da fulmini e grandine.

Il capitello dedicato al santo domenicano risale al 1897 ed è stato eretto da scalpellini locali. Nel 1979 un gruppo di agricoltori si è occupato del restauro.

La festa al capitello

La festa al capitello del santo di Valencia è molto partecipata e richiama un mondo contadino del passato. È il periodo di inizio della primavera e si assiste al risveglio agreste con la fioritura. In alcune regioni italiane prima del concedo era piantata nel terreno una croce benedetta accanto a una parte della candela distribuita in chiesa nel giorno della Candelora (2 febbraio). È una festa religiosa molto sentita in cui la Chiesa cattolica celebra la Presentazione al Tempio di Gesù (Luca 2, 22-39).

In questo giorno sono benedette le candele, simbolo di Cristo.

San Vincenzo Ferreri

San Vincenzo Ferreri (in valenciano Vincent Ferrer) nasce nel 1350 ed era figlio di un notaio di Valencia (città sulla costa occidentale della Spagna). Nel 1368, all’età di 18 anni, entrò nell’ordine dei Domenicani e fu consacrato sacerdote nel 1379. Morì nel 1419 a Vannes (città bretone) e da subito fu venerato come santo.

Il suo culto si diffuse rapidamente e nel 1455 fu proclamato santo da papa Callisto III. In seguito, fu confermato da papa Pio II (bolla del 1458) e fu fissata la data della sua festa il 5 aprile (l’Ordine Domenicano lo ricorda un mese dopo, il 5 maggio).

L’iconografia tradizionale del Santo taumaturgo domenicano riporta tra gli attributi un cartiglio con il motto: «timete Deum et date illi honorem, quia venit hora iudicii eius» (temete Dio e dategli onore, perché viene l’ora del suo giudizio). 

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