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Indagini sull’accoglienza

Presentata istanza di dissequestro per i conti di Luigi Fresco che riguardano la società calcistica

Sul patron della Virtus pende l’accusa di truffa aggravata ai danni della prefettura e falso per la sua attività con i cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale
L’indagine che coinvolge Luigi Fresco riguarda l’accoglienza non la società di calcio
L’indagine che coinvolge Luigi Fresco riguarda l’accoglienza non la società di calcio
L’indagine che coinvolge Luigi Fresco riguarda l’accoglienza non la società di calcio
L’indagine che coinvolge Luigi Fresco riguarda l’accoglienza non la società di calcio

Verrà depositata oggi, dai legali di Luigi Fresco, patron della Virtus calcio e legale rappresentante della società Virtusvecomp Verona, che invece si occupa di accoglienza, l’istanza per il dissequestro dei conti legati all’attività calcistica.
I legali Alessandro Avanzi e Luca Bronzato, infatti, ritengono che essendo l’uomo indagato per reati legati all’attività di accoglienza, non ci siano gli estremi per tenere bloccati anche quei conti in cui Fresco ha la delega, oppure siano suoi ma legati alla società sportiva. Non è escluso che, in base alla decisione del pubblico ministero poi, si possa procedere con il Tribunale del riesame.

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Fresco, che è indagato per i reati di truffa aggravata nei confronti di un ente pubblico (la Prefettura di Verona), falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e turbata libertà degli incanti, giusto ieri ha ricevuto il premio Cangrande come miglior allenatore dell’anno. Era stata la prefettura a segnalare alla Finanza presunte irregolarità rilevate in fase di rendicontazione delle spese, che hanno svelato i contorni di una sospetta truffa perpetrata dalla società, affidataria, con altre, del servizio di accoglienza e assistenza ai cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale in provincia di Verona negli anni 2016, 2017 e 2018 e, per questo, destinataria di una somma complessiva di 12.242.711 euro in relazione alla gestione di oltre 700 migranti.

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Nel corso delle indagini, i finanzieri hanno individuato una serie di irregolarità nella documentazione prodotta in sede di gara, recante false attestazioni in ordine al possesso dei requisiti di partecipazione al bando, tra cui quelli riferiti all’oggetto sociale, alla pregressa esperienza nel settore, al numero di operatori e alla idoneità delle strutture destinate all’accoglienza. Le Fiamme Gialle scaligere hanno appurato, in particolare, che a fronte della «comprovata esperienza in ambito Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati o in progetti di accoglienza similari destinati ai richiedenti protezione internazionale» condizione necessaria richiesta dal bando di gara, la società aveva attestato, senza documentarne la circostanza, di essersi impegnata nel tempo nell'inserimento sociale degli immigrati attraverso attività svolte a favore di giovani profughi provenienti dall'Albania nel 1989 e dalla ex Jugoslavia negli anni 1991-1995, laddove la stessa era stata, invece, costituita nel settembre del 2000. Tutte accuse che Fresco rimanda al mittente, sostenendo di non aver commesso reati, pronto ad affrontare l’eventuale giudizio con una schiera di testimoni.

Alessandra Vaccari

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